Saper consolare a distanza è una grande prova di fede

“Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice! Però, non come voglio io, ma come tu vuoi!” (Matteo 26,39)

Una delle situazioni più tristi e spiacevoli e infelici che si sono verificate e si verificano ancora in questa pandemia è l’impossibilità di dare l’ultimo saluto a tanti cari che hanno lasciato questo mondo per andare nell’aldilà. Ricoveri in ospedale, le malattie, gli incidenti e l’ultimo respiro hanno avuto come custodi intimi e sostegni vicini tutto il personale sanitario. Chiunque abbia avuto il triste incontro con l’ospedale non ha potuto avere accanto a sé parenti, amici e cari.

Anche la malattia e l’ultimo saluto sono stati per tanti malati una via crucis e una passione a distanza dai propri affetti… La sepoltura dei defunti è in questo periodo qualcosa di estremamente essenziale, di silenzioso e di solitario come mai si era visto finora! Per noi che siamo abituati ad eventi onorati formalmente e ad addii fatti di abbracci, di vicinanza fisica e di sguardi, l’impressione percepita e vissuta è stata quella di impotenza e di impossibilità concreta nel dare dignità e degna sepoltura a tanti cari, nel trapasso dalla vita terrena a quella eterna!

Leggi il testo integrale dell’articolo di Tina Ferrara su La Libertà del 22 aprile 2020 

Giuseppe Ternullo

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