Mensa Caritas, “abbiamo scoperto che il povero è il nostro vicino di casa”

«La povertà non è più così lontana come in passato. Sono aumentati i poveri e sono aumentati coloro che si sentono impoveriti. Il volto di un immigrato o di un tossicodipendente ha lasciato il posto al volto umano di nostro cugino, del vicino di casa o di una figlia che ha perso il posto di lavoro. Dico perciò grazie a tutti coloro che si sono dati da fare ritagliando parte del loro tempo per farne dono ai più indifesi». Queste le parole del nuovo presidente Anteas, Mario Dallasta, per ringraziare i volontari dell’associazione promossa dalla Cisl, che hanno prestato servizio alla Mensa Caritas di via Adua durante l’estate appena trascorsa. Un servizio organizzato e coordinato da Ester Magnanini e Giancarlo Pozzi.

Alla giornata di chiusura per dire grazie ai volontari Anteas, sono intervenuti i responsabili della Fnp Cisl Emilia Centrale Adelmo Lasagni (segretario generale), Luciano Semper (segretario), della Fnp Cisl Emilia Romagna, Loris Cavalletti (segretario regionale) e dell’Anteas regionale, Lidia Giombini (presidente).

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«I volontari dell’Anteas – osserva Adelmo Lasagni, segretario Fnp Cils Emilia Centrale – si sono alternati alle decine di persone intervenute da parrocchie, gruppi di giovani, scuole, laici, ed educatori impegnati nel ritiro e nella preparazione delle pietanze. Lo voglio definire un piccolo miracolo della solidarietà che fa bella Reggio Emilia».«Quelli che oggi sono serviti a questa mensa saranno i primi ad accedere al regno dei Cieli», ha detto ai volontari don Eugenio Morlini, presente all’evento e a sua volta volontario.

Gli studi recentemente effettuati da Caritas sull’anno 2015 dimostrano che sempre più famiglie, soprattutto italiane, si rivolgono ai centri di ascolto per chiedere un aiuto economico, ma non solo: 1430 i registrati alla mensa Caritas e 130 gli accessi giornalieri negli ultimi giorni prima della chiusura  attestano questa indagine.

«Le età – osserva Dall’Asta vanno dai 30 ai 70 anni, con una prevalenza di uomini, ma anche di badanti o persone che, grazie a questo servizio, possono risparmiare un po’ di soldi, avendo redditi molto bassi. Erano presenti immigrati, ma anche italiani senza lavoro, anziani e senza fissa dimora. Qui ho notato alcuni aspetti molto belli: dal relazionarsi tra volontari e ospiti, alle tante persone o aziende che donavano cibo. E, alla fine, i volontari che vogliono possono pranzare lì assieme».

Da settembre il servizio si è trasferito alla mensa del vescovo, tranne il sabato e la domenica. A Natale si ricomincia.