“Maria madre di Dio significa: Maria madre di Gesù, che è Dio”

Pubblichiamo l’omelia nella santa Messa per la Solennità della Madre di Dio (Te Deum)

Reggio Emilia, Basilica della Ghiara, 31 dicembre 2016

 

Cari fratelli e sorelle,

chi ha la mia età ricorderà che il calendario liturgico prima del Concilio Vaticano II prevedeva per il 1° gennaio la festa della circoncisione di Gesù. Coloro che hanno curato il nuovo calendario hanno proposto al papa che in questo giorno, ottava della solennità del Natale, fosse collocata la festa di Maria Santissima, Madre di Dio. Essa veniva così a rappresentare il grande portale attraverso cui guardare a tutto l’anno nuovo, a tutta la vita che ci attende, in atteggiamento di ringraziamento a Dio per i doni ricevuti, di supplica a Lui perché ci accompagni e ci benedica nei giorni che ci attendono e perdoni le nostre colpe, che abbiamo commesso e che commetteremo.

Quale significato può avere parlare di Maria Madre di Dio? In un recente incontro che ho avuto in una parrocchia, una signora di un Paese dell’Africa del nord, alzatasi a parlare, ha detto così: “Sono musulmana. Vorrei capire cosa significa per voi cristiani parlare di Maria madre di Dio. Forse Dio ha una madre? Se ha una madre vuol dire che egli ha iniziato a vivere? Quale Dio può nascere da una donna e iniziare nel tempo? È egli una creatura come tutte le altre o siamo forse in presenza di un mito, come quelli della mitologia greca o di altre religioni?”. Sono tutte domande, cari fratelli e sorelle, che non possiamo evitare e che ci rimandano ai primi secoli della storia della Chiesa, quando le nostre comunità hanno dovuto affrontare questi temi centrali della nostra fede.

Maria, madre di Dio. Questa espressione, nata dal Concilio di Efeso (431), è il frutto di un approfondimento continuo della realtà della nostra fede che è costato anche un infinito numero di discussioni e di lotte. Perché i Padri del Concilio di Efeso hanno voluto sintetizzare in quest’espressione la fede della Chiesa e hanno voluto esprimere la loro gioia con una grande fiaccolata, espressione della festa e della luce con cui si concludevano i loro lavori? “Maria madre di Dio” significa: Maria madre di Gesù, che è Dio.

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La formula nata nel Concilio, prima ancora che riguardare la persona di Maria, riguarda perciò la persona di Gesù. In essa i Padri conciliari hanno riconosciuto che l’eterno Figlio del Padre, di cui al Concilio di Nicea (325) era stata solennemente riconosciuta la divinità, è lo stesso figlio nato nel tempo da Maria Vergine. Solo tale identità permetteva il mirabile scambio per cui Egli, donandoci la sua divina figliolanza, prendeva su di sé la nostra umana debolezza; donandoci il perdono del Padre, prendeva su di sé i nostri peccati; donandoci finalmente la strada per ritornare a Dio, chiusa dal peccato di Adamo ed Eva, scendeva agli inferi per riportare al Padre anche i santi dell’Antico Testamento.

“Maria, madre di Dio” vuol dire che Gesù è veramente uomo perché nato da una donna e, nello stesso tempo, è veramente Dio, eterno Figlio generato dal Padre. Questa formula, così ardita e perfino rischiosa, che si poteva esporre a tante critiche e ambiguità, è stata difesa anche con l’esilio e la morte da tanti vescovi e fedeli cristiani.

Cari fratelli e sorelle, comprendete allora come la festa di oggi dischiuda davanti a noi doni meravigliosi e immeritati, espressione della bontà del Padre e dell’amore del Figlio per ciascuno di noi.

Nessuna verità del cristianesimo è l’affermazione astratta di un concetto importante. Ogni verità ci parla di Gesù. La verginità di Maria, per esempio, ci parla del Figlio di Dio nato dal Padre come Dio e da una madre come uomo, senza il concorso di uomo e senza, naturalmente, che sia avvenuto un rapporto fisico tra Dio e Maria. Nessun riferimento mitologico all’unione tra gli dei e gli uomini nella nascita di Gesù.

Il sì di Maria a Nazareth ci parla dell’obbedienza della fede a cui ciascuno di noi è chiamato per poter seguire Gesù nei passi della sua vita terrena, come faremo durante questo anno liturgico fino a vivere con lui i giorni della passione e della gloria.

Alle origini della Chiesa si è voluto esprimere in una semplicissima regola della fede, il Credo degli Apostoli, questa nuova realtà del mondo e della storia personale e cosmica portata da Cristo. Essa ha un significato decisivo per la nostra vita presente. Se Maria non fosse madre di Dio, ma solo di un uomo, noi saremmo perduti nei nostri peccati, a nulla sarebbe valsa la nascita di Gesù. Tuttalpiù egli rappresenterebbe un filosofo in più, un nuovo maestro di spiritualità, un nuovo guru da seguire. Soltanto perché è madre di Dio possiamo dire che la salvezza è entrata oggi nel mondo e che la nostra vita è incamminata verso un futuro di luce e di pace.

Con questi sentimenti di gratitudine nel cuore auguro a ciascuno di voi, ai vostri cari e alle vostre famiglie un anno ricco di grazia e di speranza.

Amen

+ Massimo Camisasca