Inverno

L’ Inverno è arrivato, con le sue temperature rigide e i suoi paesaggi suggestivi. La natura si trasforma e mette in atto strategie contro il freddo, con meccanismi meravigliosi e perfetti: gli uccelli migrano, le pellicce si infoltiscono, gli umani accendono i caminetti e passano più ore sul divano sotto calde coperte.

Il vero “capolavoro” fisiologico invernale è il letargo: un affascinante stratagemma di alcune specie per superare la stagione fredda. Fra i “dormiglioni” annoveriamo i ghiri, i tassi, le marmotte, l’orso.

Il letargo non è un lungo sonno ma un cambiamento fisiologico radicale, che consente un risparmio energetico fino a primavera. La temperatura corporea cale e rallenta tutto il metabolismo, Alcune specie cambiano semplicemente stile di vita: lo scoiattolo fa scorta di cibo in autunno e costruisce una tana dove si ritira a dormire; di tanto in tanto si sveglia per qualche spuntino.

Quello del ghiro è il letargo per antonomasia; è un vero e proprio stato di quiescenza, un sonno profondo reversibile. La temperatura corporea da 35° passa a 5°, il cuore da 130 battiti al minuto scende a 15, il respiro diventa appena percettibile, non mangia e non beve per 6 mesi (consumando le scorte di grasso corporeo). Una strategia perfetta!

Anche la marmotta gode di un simile riposo, dopo aver fatto delle belle “abbuffate” autunnali, per accumulare grasso di riserva, e aver preparato una bella tana con strati di fieno e terriccio.

A primavera la perdita di peso arriverà al 40% (quindi si sveglieranno magri e riposati!!)

Il riccio si sveglia circa una volta al mese, mettendo in atto un’autoregolazione termica: a seconda di quanto la temperatura esterna si abbassa aumenta la propria temperatura corporea, fino all’eventuale risveglio per evitare il congelamento.

L’orso si può dire abbia un sonno leggero, una specie di dormiveglia (la temperatura corporea da 36°-38° scende a 31°-32°); se lo si disturba si sveglia…. e non certo di buon umore!!!! Possiamo vederlo come un periodo di riposo in tana, dove l’isolamento termico e l’inattività preservano le energie vitali. In tana l’orso osserva digiuno completo, nemmeno acqua; le richieste energetiche sono soddisfatte dal grasso accumulato in precedenza. La frequenza cardiaca diminuisce e il consumo di ossigeno si dimezza. Si parla di uno stato di ibernazione: l’animale in questo caso può rispondere a eventuali stimoli esterni, mentre chi va in letargo in caso di pericolo non è in grado di reagire tempestivamente, perché deve prima riportare la propria temperatura a valori normali.

Il freddo mette a dura prova anche cani e gatti, in particolare quelli di taglia piccola e a pelo corto, che faticano a trattenere il calore. Quando usciamo di casa per la passeggiata li esponiamo ad un’escursione termica di circa 20°; quindi, se particolarmente sensibili al freddo, possiamo coprire i nostri cani con appositi cappottini.

Se si tratta di animali che vivono all’aperto è fondamentale che abbiano a disposizione un luogo dove ripararsi, soprattutto la notte quando le temperature si abbassano ulteriormente. Accertiamoci che il rifugio sia asciutto e di dimensioni adeguate, isolato il più possibile con materiali in grado di tenere il freddo all’esterno. Per gli animali che vivono all’aperto è richiesto un maggior apporto calorico, bruciando di più per riscaldarsi.

Capita che, per ripararsi dal freddo, i gatti o altri piccoli animali selvatici si mettano sotto le auto: massima attenzione quando mettiamo in moto! Non lasciamo incustodito l’antigelo per auto: se leccato e ingerito (evenienza non infrequente  nei gatti) è molto tossico.

Altre insidie del periodo sono gli addobbi natalizi: se il vostro cane è solito rosicchiare, allontanate dalla sua portata le Stelle di Natale…. potrebbero procurargli una bella intossicazione.

Vedere quanto si diverte il nostro gatto con gli addobbi natalizi è un piacere…. è possibile però l’ingestione accidentale di fili o nastrini: se smette di mangiare o vomita correre dal veterinario!

Altro consiglio: escludiamo i nostri pets dalle abbuffate natalizie… è un classico per i veterinari la visita urgente il giorno di S. Stefano (così come quello di Pasquetta) per le conseguenze di un’indigestione del giorno prima (conseguenze poco simpatiche per tutti)

L’imperativo è quindi: niente panettone al cane e….. Buone Feste a tutti!

Per commentare la rubrica scrivi a valeria.manfredini@laliberta.info

 

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