Imu 2014: odissea in montagna

Con l’introduzione dell’Imu, così come applicata dal decreto attuativo, si prospetta una fuga dalla collina e montagna reggiana pari e forse anche superiore a quella degli ultimi venti anni, che hanno visto la chiusura di oltre il 50% aziende.
Far pagare l’Imu sui terreni in base al sistema altimetrico – afferma Coldiretti Reggio Emilia – che prevede che a pagare siano le aziende agricole il cui palazzo comunale si trova sotto i 280 metri, introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti, appartenenti in alcuni casi, al medesimo proprietario.
“Un nostro associato imprenditore agricolo con i terreni situati nel Comune di Canossa – commenta il direttore di Coldiretti Reggio Emilia Alessandro Scala – si troverebbe a pagare indicativamente 600 euro. A pochi metri di distanza, nel Comune di Casina, un collega agricoltore si troverebbe invece esentato dal pagamento dell’imposta. Ben 600 euro di differenza per due aziende agricole equiparabili”.
La scadenza del pagamento al 16 dicembre – ricorda Coldiretti – viola il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente. “L’incoerenza del criterio di calcolo ha generato tensioni sul territorio e – continua Scala – rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina, della esenzione Imu”.
L’Imu spingerà molte aziende a chiudere provocando un ulteriore spopolamento nei territori collinari e montani.
Secondo elaborazioni di Coldiretti un imprenditore coltivatore diretto, con una superfice aziendale di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco in zona collinare dovrebbe pagare mediamente una Imu di 1.500 euro all’anno. Un proprietario, non imprenditore agricolo, di un terreno a Casina di circa 20 ettari, suddivisi tra seminativi e bosco, pagherebbe più di 600 euro di Imu.
“Questa applicazione – prosegue il direttore di Coldiretti – rischia di ripercuotersi sia sulle imprese agricole che sui proprietari di terreni, per il doppio effetto di un potenziale conseguente aumento del costo degli affitti dei terreni agricoli che, se non sostenibile, provocherà l’abbandono delle coltivazioni con i conseguenti rischi di dissesto idro geologico, che proprio in questi giorni è sotto gli occhi di tutti.
“Una tassa con questi parametri aumenterà la fuga dalla montagna e finirà con il provocare danni ben più costosi dei buchi di bilancio che si vorrebbero coprire – conclude il direttore Scala. Infatti a Reggio Emilia, i minori trasferimenti ai Comuni interessati da questa novità dell’Imu sui terreni ammontano a 1 milione e 250 mila euro. Davvero inconcepibile che questa somma possa essere recuperata dal mondo agricolo che presidia i nostri territori collinari e montani”.

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