«I passi del Perdono» a Canossa e oltre

Incontro con Gabriele Allevi e Gabriele Parrillo: la loro proposta di spettacolo, con l’aiuto di brani tratti dai classici della letteratura, aiuta a vivere la riconciliazione nella sua dimensione più interiore

Canossa: basta il nome di questo territorio ad evocare un patrimonio storico fatto dalle celebri rocche matildiche e da borghi rurali di origine tardo-medievale, case a torre, pievi.
Non molto tempo fa, poi, il Castello di Canossa era finito sui giornali perché sembrava destinato alla chiusura, per mancanza di fondi. La buona notizia è arrivata dalla Regione Emilia-Romagna, che ha deciso di assegnare alla Provincia di Reggio Emilia 15.000 euro grazie ai quali prolungare fino all’estate l’apertura, in attesa che il Ministero dei Beni e delle Attività culturali inserisca il castello tra i 15 siti di interesse nazionale la cui gestione futura sarà data in assegnazione con un bando ministeriale.
Ma Canossa è anche un luogo indissolubilmente legato alla storica umiliazione che nel gelido inverno del 1077 vide protagonista, oltre alla Grancontessa Matilde, l’imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII.
E proprio “I passi del Perdono” è l’idea di teatro & danza in cammino che dal palcoscenico naturale e senza sipari di Canossa spicca il volo per arrivare, in questo Giubileo straordinario della Misericordia, a proporsi anche in ambienti “indoor”, accompagnata da una suggestiva mostra fotografica.
Andiamo per gradi.
Tutto è nato dall’incontro tra l’anima organizzativa di Gabriele Allevi – bergamasco, direttore artistico del festival lombardo “deSidera – teatro & territorio”, giunto quest’anno alla quattordicesima edizione con spettacoli dal vivo in ambientazioni di pregio architettonico e culturale, e già direttore del Museo diocesano di Bergamo – e Gabriele Parrillo, romano di nascita, trapiantato sui colli canossani con la nuova famiglia, attore e regista, insegnante di voce naturale secondo il metodo Linklater, che insegna da anni nelle scuole e università italiane, “folgorato” nel 2008 da don Tonino Bello e da allora propugnatore di un teatro itinerante ed esperienziale, in cui l’attore è il perno dell’evento scenico.

Leggi tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 5 marzo

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 Gabriele Parrillo e Gabriele Allevi
Gabriele Parrillo e Gabriele Allevi