Giovani in Cattedrale: scuola di ascolto

Meditazione del Vescovo sul tema della malattia, in dialogo con Lisa

“Forse vi dobbiamo un po’ di scuse: alla vostra età, 19-30 anni, vi si chiede spesso di fare qualcosa, meno di essere qualcuno”: don Carlo Pagliari introduce così il secondo incontro dell’itinerario pasquale “Segni di qualcosa di più”, il dopocena del 16 marzo. Allora ecco una serata che i registi, i giovani della Val d’Enza, hanno voluto improntata all’ascolto, alla preghiera silenziosa, all’adorazione eucaristica.
Pagina evangelica di riferimento è il capitolo 5 di Giovanni, in cui Gesù guarisce un paralitico: il tema è quello della malattia. E per farlo arrivare dritto al cuore delle centinaia di giovani che riempiono le navate anche Lisa, di Montecchio, porta la sua testimonianza personale.

Ormai tre anni fa, racconta Lisa, ha attraversato un periodo di buio, che non è difficile riconoscere come patologia depressiva: “Non riuscivo più a vedere la luce, avevo perso la gioia di vivere, andavo avanti per inerzia, avevo perso la speranza di poter stare meglio”. Il suo cammino di risalita è stato possibile a poco a poco, grazie al Signore incontrato nelle persone che le sono rimaste vicine.
“È stato un percorso lungo – dice – e subito non riuscivo a credere di stare finalmente bene, continuavo ad avere paura di crollare di nuovo. Credo che quell’uomo, il paralitico, abbia fatto come me, che abbia esitato prima di alzarsi e iniziare a camminare, che fosse ormai rassegnato dopo 38 anni…”.

Leggi tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 21 marzo

 

 

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