Famiglia che bellezza!

Quattro coppie di sposi raccontano la loro esperienza quotidiana

Il modo migliore per difendere la famiglia è indicare strade di felicità. D’altronde se ci siamo sposati non l’abbiamo fatto per il quoziente familiare o il fattore famiglia, che infatti in Italia non ci sono mai stati. Non l’abbiamo fatto per qualche convenienza economica o perché ce l’hanno detto in parrocchia. Ci siamo sposati perché non c’è niente di più bello! è il racconto di questa bellezza che colora e fa uscire la famiglia da un grigiore ideologico che vorrebbe smontarla pezzo per pezzo. La famiglia, se la racconti nella sua quotidianità, è una grande occasione di dialogo con il mondo, con tutti.
è proprio questo che abbiamo chiesto a quattro coppie di sposi, di diverse esperienze associative (Azione Cattolica, Ol3, Familiaris Consortio, Comunione e Liberazione).
Quello che ci ha impressionato è che i racconti (lo vedrete) hanno moltissimo in comune: è la bellezza, la fiducia in Cristo e nelle Comunità, la consapevolezza della realtà. Quattro storie semplici, ma di una ricchezza che risplende.

QUI CASA BERTOLANI
Siamo Fabio e Elena viviamo a Reggio Emilia nella zona Quinzio, unità pastorale Giovanni Paolo II. Abbiamo rispettivamente 45 e 44 anni, siamo sposati da 18 anni e abbiamo 4 figli: Stefano di 17 anni, Davide di 15, Giacomo Benedetto di 13 e Andrea di 5. Fabio è dirigente presso un gruppo ceramico del comprensorio sassolese, dove segue la funzione acquisti, mentre Elena lavora presso l’ufficio titoli di una banca locale, con un part time di 30 ore.
Ci siamo conosciuti all’inizio dell’università tramite amici comuni. Fabio era inserito in un gruppo scout del quale facevano parte diversi amici, alcuni dei quali ancora oggi condividono con noi l’amicizia nella forma di una piccola comunità di famiglie all’interno del Movimento Familiaris Consortio, di cui facciamo parte. Siccome l’appartenenza al gruppo scout era parecchio impegnativa e avevamo poche possibilità di vederci tra campeggi e attività varie anche in estate, ci siamo sin da subito chiesti se valesse la pena continuare questa esperienza invece di dedicare più tempo alla nostra coppia. Dopo un periodo di discussione abbiamo deciso di condividere il servizio educativo, dapprima in realtà differenti e poi seguendo lo stesso gruppo di ragazzi.

è stata la prima decisione importante della nostra coppia: da lì è nata la nostra passione educativa, di cui ringraziamo ancora oggi quotidianamente, perché ci rendiamo conto di quanto sia stata e sia tuttora preziosa per la nostra famiglia. In quegli anni, in cui pensavamo di essere noi a servire i più giovani, in realtà erano proprio questi giovani che facevano crescere in noi il desiderio, il dono e la responsabilità di essere educatori. Quante volte anche come genitori abbiamo ripescato ricordi ed esperienze fatte con i nostri ragazzi! Quanto è stato prezioso essere educatori dei giovani in parrocchia per la nostra vita di genitori dopo! Non solo: in tutti questi anni la nostra casa continua a essere frequentata da tanti dei nostri ragazzi, alcuni dei quali sono stati padrini o madrine dei nostri figli, altri loro baby-sitter, altri ancora loro educatori. Non finiremo mai di ringraziare per questo dono.
Da un paio di anni non seguiamo più direttamente gruppi giovanili ma siamo inseriti nella Pastorale Familiare parrocchiale e all’interno del Forum delle Associazioni Familiari. Tuttavia anche ai nostri figli abbiamo proposto la stessa esperienza: essere attenti ai più piccoli come dice Gesù nel Vangelo. Stefano e Davide, i figli maggiori, sono animatori nell’oratorio della nostra unità pastorale. Loro insieme a Giacomo si sentono coinvolti nell’educazione del piccolo Andrea.

Leggi tutte le testimonianze nello Speciale Chiesa su La Libertà del 7 marzo

 

 

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