L’Arca di Noé. Il terapista con la pelliccia

A Puffo piacciono i biscotti, dormire a pancia in su sul divano e le coccole, che riceve in grande quantità quando con la sua proprietaria, un’educatrice socio-sanitaria, si reca nei centri dove praticano Interventi Assistiti da Animali. Puffo fa parte dei numerosissimi cani impiegati per la Pet-therapy, dopo un percorso educativo che li rende idonei.
La base di questi interventi è la relazione uomo-animale e il pet-partner si inserisce in un gruppo di professionisti con conoscenze e competenze diverse (non basta portare un animale in una casa di cura per avere benefici).

I campi di applicazione sono svariati: ospedali, residenze per anziani, scuole (ad esempio per autismo, iperattività, bullismo), comunità di recupero, carceri, o altre situazioni di disagio sociale.
Le attività terapeutiche non sono universalmente adattabili e non sono applicabili a tutte le persone ma, quando accettate, apportano un grande beneficio fisico ed emozionale.
L’animale dà senso di sicurezza, accende la motivazione ad interagire, abbassando lo stress e le tensioni e favorendo un miglioramento dell’umore; l’empatia aiuta a superare paure, nevrosi e deficit relazionali; gli stimoli fisici sono fondamentali nella riabilitazione motoria (ad esempio la postura e il rilassamento degli arti inferiori nelle sedute in sella a un cavallo).

I cani sono certamente gli animali più utilizzati per adattabilità e capacità di interagire con l’uomo; devono essere tranquilli ed equilibrati, ben socializzati e seguire una preparazione specifica a seconda del compito che dovranno svolgere.

Continua a leggere tutto l’articolo di Valeria Manfredini su La Libertà del 23 Ottobre

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