Ex Reggiane, corridoi umanitari locali

Alla rigenerazione urbana dell’Area Reggiane si affianca la rigenerazione umana – sociale, sanitaria, abitativa ed economica – nell’area delle ex Officine Reggiane, quella dismessa e abbandonata, in cui hanno trovato alloggi di fortuna e spazi di vita un’ottantina di persone povere, migranti da Paesi non europei, che vivono di solito di espedienti e in alcuni casi di attività illecite. Nell’area industriale abbandonata risultano presenti, in termini di regolarità giuridica, persone con situazioni legali sicure ma economicamente aggravate dall’ultima crisi economica, giovani richiedenti asilo, fuoriusciti dai percorsi di accoglienza, ai quali si aggiungono presenze meno stabili che trovano nell’area un rifugio occasionale; pertanto risulta necessario anche un controllo da parte delle forze dell’ordine in attuazione degli indirizzi del Comitato di ordine e di sicurezza pubblica. Si tratta di uno degli insediamenti, definiti tecnicamente “informali”, più rilevanti dell’Emilia-Romagna.

Ora anche per questa parte dismessa della vecchia fabbrica si avvia un percorso nuovo, sotto il profilo dell’assistenza e della coesione sociale, del recupero di condizioni di vita più accettabili e sicure, con la costituzione di ‘Corridoi umanitari locali’. Una soluzione valida non solo a livello internazionale, ma appunto utile anche a Reggio Emilia dove, come altrove, assieme alle persone sono immigrate anche povertà ed estrema marginalità.

Continua a leggere tutto l’articolo di Mario Gobbi su La Libertà del 6 gennaio 2021 

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