L’empatia di Fausto, facilitatore

Dopo essere stato accolto alla mensa di via Adua è ora volontario

Alle 10.30 alla mensa Caritas di San Maurizio a Reggio Emilia entrano già le prime persone. La distribuzione del pasto inizia alle 11, ma buona parte di chi pranza qui arriva con anticipo per prendere un caffè e scambiare quattro chiacchiere. è un sintomo di familiarità e di casa. Qui il rapporto tra le persone accolte e i volontari è molto basso e in media c’è un volontario ogni due-tre persone. “Hanno voglia di parlare con persone diverse da quelle che vedono abitualmente”, spiega Fausto Cantarelli, uno dei volontari fissi della mensa di via Amendola (insieme a Enrica Salsi, missionaria in Madagascar, ora a Reggio in attesa che riprendano i voli per tornare nell’Isola Rossa). Il compito di Fausto è principalmente quello di entrare in relazione con le persone. E ci riesce benissimo per il dono dell’empatia che ha ricevuto in pienezza.

Empatia curativa
Fausto ha affrontato e superato un problema di salute mentale. Seguito dal Centro di Salute Mentale (Csm) di Reggio Emilia è passato dall’esperienza della depressione ad un “rinnovamento interiore manifesto”, racconta Fausto, “dal disagio al benessere”. “Il pieno recupero della salute è coinciso con una crescita nei valori che mi contraddistinguevano già prima di ammalarmi e che la guarigione ha esaltato. In particolare ho capito e assimilato nel profondo il significato delle parole pazienza e ascolto”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Emanuele Borghi su La Libertà del 23 dicembre 2020

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