Stravolto il ruolo dei consultori

Aborto con Ru486: intervengono i Medici cattolici reggiani

Purtroppo in questo mese abbiamo assistito ad una ulteriore estensione del diritto di aborto farmacologico e alla progressiva anestetizzazione dell’opinione pubblica rispetto alla dignità dell’embrione.
Il ministro della Sanità ha modificato le linee guida del Ministero della Salute sull’utilizzo della Ru486 annullando l’indicazione al ricovero dall’assunzione della pillola alla conclusione del percorso assistenziale e ha ampliato fino alla nona settimana di gestazione la possibilità di assumerla. Inoltre ha investito anche i consultori del ruolo di possibili luoghi di somministrazione.

Innanzitutto ricordiamo che quando nel 2010 la Ru486 venne approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ci furono ben tre pareri del Consiglio Superiore di Sanità che indussero l’AIFA a consigliare il ricovero di 3 giorni facendo riferimento all’aumento dei rischi di complicanze con l’aumento delle settimane di gestazione. L’indicazione al ricovero però nella pratica clinica, ricordiamo, poteva essere comunque gestita autonomamente e quindi anche elusa dalle Regioni grazie alla loro autonomia in fatto di sanità.

Continua a leggere tutto l’articolo di Elena Rivolti, presidente sezione AMCI Reggio Emilia, su La Libertà del 2 settembre 2020

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