Auguri, arcivescovo Paolo!

60 anni di sacerdozio, 25 di episcopato: «grazie» dal Papa

Riceviamo questo articolo da don Giorgio Sgubbi, ex alunno del Pontificio Seminario Regionale, che ringraziamo. Volentieri lo pubblichiamo.

Il 2020 è un anno eloquente per monsignor Paolo Rabitti: 25 anni di episcopato e 60 anni di sacerdozio. Sono volati, dice. Ma chi lo conosce deve dire che sono stati anni pieni di impegno; tutti e solo per la Chiesa. Il primo ventennio di questa vita è stato tutto e solo reggiano: casa, Chiesa, guerra e pace. Neonato, è stato preso in braccio da don Giuseppe Reverberi (1865-1942), la perla del clero reggiano. Ha visto i tedeschi rastrellare i preti e i seminaristi di Felina. Ha servito l’ultima messa di don Giuseppe Iemmi, prima del suo martirio, il 19 aprile 1945. Poi, sempre a Felina, ha sperimentato la paternità di premura e di affetto di don Artemio Zanni. Paolo portava dentro di sé una grande attrazione per monsignor Pignedoli, nella cui casa la sua famiglia era sfollata per la guerra; da don Sergio ha ricevuto una intensa iniziazione ecclesiale insieme a Piergiorgio Pignedoli.

Nessuna meraviglia dunque se nel cuore di tale ventennio ci sia poi stato, per Paolo, proprio il seminario reggiano, sotto la guida di monsignor Giuseppe Bonacini e don William Gregori, prima nella sede di Albinea, poi in quella nuova di Reggio, con compagni molto affezionati e, anche loro, oggi, al sessantesimo: don Gianfranco Gazzotti, don Walter Rinaldi, don Tino Munari, don Battista Munari, con tanto ricordo per i defunti don Piergiorgio Nasi, don Piergiorgio Gualdi, don Giorgio Gualtieri e per i tanti che, lasciato il seminario, si sono impegnati come laici.

Continua a leggere tutto l’articolo di Giorgio Sgubbi su La Libertà del 26 agosto 2020



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