Gli 800 martiri di Otranto

Antonio Primaldo e compagni non rinnegarono Gesù

Nel comune più a Est dell’Italia, Otranto, meraviglioso centro del Salento e meta turistica per chi cerca un mare pulito e incontaminato, sorge la Cattedrale di Santa Maria Annunziata. La navata di destra termina con l’impressionante Cappella dei Martiri con tre enormi teche che conservano i resti mortali di Antonio Primaldo e compagni che furono giustiziati per non aver rinnegato Cristo.

Storia e devozione
Correva l’anno 1480: da neppure trent’anni, con l’occupazione di Costantinopoli da parte del sultano turco Maometto II, era caduto l’Impero Romano d’Oriente. Papa Sisto IV, giustamente preoccupato dalle mire espansionistiche musulmane, si prodigò inutilmente affinché si formasse una lega cristiana di difesa. Il progetto ottomano era grandioso: occupare Otranto, conquistare il sud d’Italia, poi su, fino alla Francia e ricongiungersi con i musulmani di Spagna. Il 28 luglio centocinquanta navi turche, con diciottomila uomini, sbarcarono sulla lunga spiaggia presso i Laghi Alimini. Il Re di Napoli, Ferdinando I d’Aragona, era in Toscana e la sua guarnigione, impaurita, si dileguò. Per dodici terribili giorni Otranto venne bombardata sia da terra che da mare, fino a quando i mori riuscirono a penetrare all’interno abbattendo una porta secondaria delle mura. Massacrarono tutti coloro che trovarono per le strade e anche nelle case, facendo poi irruzione nella cattedrale.

Continua a leggere tutto l’articolo nella rubrica “Santuariamente” a cura di Valeria e Paolo Battistelli su La Libertà del 27 luglio 2020

 

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