Reggio Emilia: dal 3 giugno riaprono i Centri diurni per Disabili

Durante il lockdown progetti educativi sperimentali per mantenere il dialogo con i ragazzi e le famiglie

I Centri diurni che accolgono i disabili della nostra provincia sono pronti a riaprire le porte. Dal 3 giugno finalmente, nel rispetto delle regole per la salute e la sicurezza imposte dai decreti ministeriali, le strutture potranno riprendere le attività interrotte bruscamente il 9 marzo scorso.

Sarà un rientro graduale: gli operatori lavoreranno con piccoli gruppi, anche a rotazione, nella consapevolezza che in molti ragazzi l’assenza di percezione del pericolo rende tutto molto sfidante per gli operatori. 

Durante il lungo periodo di sospensione delle attività imposta dal lockdown, gli operatori dei Centri diurni sono comunque riusciti a mantenere vivo il contatto con i ragazzi e le loro famiglie, attraverso progetti educativi sperimentali che hanno rilevato tutta la loro efficacia.

Come è avvenuto al Centro diurno Sartoretti di Reggiolo dove, con pazienza e costanza, tramite le videochiamate sono state sviluppate diverse attività che, giorno dopo giorno, hanno permesso di mantenere quel filo diretto così importante per non far sentire soli famiglie e ragazzi. Imparare a fare il pane, bere un the virtualmente in compagnia, leggere un racconto e inventarsi un nuovo modo di stare insieme, anche se a distanza, ha permesso di mantenere inalterato quel rapporto di confidenza e di fiducia costruito in mesi, se non anni di lungo lavoro.

Molti Centri diurni, oltre al Sartoretti di Reggiolo e Arcobaleno di Correggio, anche quelli situati nel nostro appennino, come la Rosa dei Venti di Castelnovo Monti, Arcobaleno di Casina, Erica di Cavola di Toano, hanno attivato con successo piani educativi individuali a domicilio, grazie ai quali l’operatore di riferimento si reca personalmente nell’abitazione dei ragazzi per continuare le attività educative e portare sollievo.

“Con il passare dei giorni, ci siamo resi conto che la semplice videochiamata non era sufficiente, i ragazzi avevano bisogno del contatto personale – spiega Francesca Rossi, responsabile del Servizio Disabili di Coopselios – quindi insieme al Servizio sociale unificato di Castelnovo Monti abbiamo studiato progetti individuali per ciascun disabile, in continuità con gli obiettivi fissati all’interno del Centro, per svolgere le attività con le educatrici direttamente nelle case delle famiglie”.

Noi a casa tuaè il progetto sperimentale di educativa domiciliare che prevede incontri di due ore per ogni ragazzo, per due o tre volte a settimana. Gli educatori, debitamente formati e muniti di tutti i dispositivi di protezione necessari, si recano nelle abitazioni dei ragazzi, dove ritrovano quegli sguardi carichi di affetto che nemmeno il virus è riuscito a scalfire.

“Per noi è una grande soddisfazione poter contare sulla fiducia delle famiglie e dei ragazzi che ringraziamo per averci accolto nelle loro case con tanta felicità e aspettano sempre con ansia l’appuntamento successivo – continua Francesca Rossi – inoltre, la nostra presenza al domicilio ci permette di vivere insieme ai ragazzi il contesto familiare e creare insieme nuove forme di relazione e di dialogo con la famiglia, con i vicini e con il paese in cui vivono. Dal punto di vista educativo è davvero un’esperienza di grande ricchezza, perché consente di creare insieme ai ragazzi e ai familiari nuove routine e attività veramente personalizzate”.

Un lavoro che, anche con la riapertura dei Centri diurni, non andrà perduto, ma anzi servirà per potenziare l’intensa attività a favore dei 350 disabili che Coopselios accoglie nei 24 Servizi, diurni e residenziali, in Emilia Romagna, Liguria e Veneto.

 

Di seguito il link al video con le testimonianze in apertura di Francesca Rossi, responsabile del Servizio Disabili di Coopselios, e delle operatrici e degli operatori dei principali Centri gestiti da Coopselios:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=97&v=syqTvoR8aF8&feature=emb_logo

 

 

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