Il sogno prometeico

I limiti delle «filosofie» che guardano al post umanesimo 

Pubblichiamo la seconda parte del contributo in cui Daniele Semprini attualizza e rilegge il sogno di Prometeo. La prima parte è stata pubblicata su La Libertà del 6 maggio, a pagina 18.

Sul versante della libertà occorre far menzione, invece, dell’opera di un autore rinascimentale: Pico della Mirandola. Il Proemio introduttivo alle sue 900 tesi verrà considerato da molti critici contemporanei come la magna carta dell’antropocentrismo moderno: in esso Pico inaugura una visione della natura umana inedita, caratterizzata da un’essenza indefinita, mobile: mentre le altre creature hanno una natura precisa, determinata, immutabile, l’uomo, invece, può scegliere che cosa essere: può innalzarsi fino alle creature angeliche o abbassarsi fino alla pura animalità. Il suo destino dipende totalmente da lui; la sua è una libertà che va al di là del libero arbitrio raggiungendo un livello simile a quello del Creatore, poiché capace di autodeterminare la propria essenza definitiva.

Leggi il testo integrale del saggio di Daniele Semprini su La Libertà del 13 maggio 2020

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