Nicolò Melli è stato ospite di “Csi Live”

Giovedì 30 aprile i due responsabili Adani e Codazzi hanno avuto il piacere di accogliere il campione reggiano all’ultima puntata di Csi Live

Nella serata di giovedì, 30 aprile, un ospite speciale ha preso parte alla diretta Facebook e YouTube‘Csi Live’. Direttamente da New Orleans, l’atleta Nba reggiano Giovedì sera (30 aprile) i due responsabili Adani e Codazzi hanno avuto il piacere di accogliere il campione reggiano all’ultima puntata di Csi Live Nicolò Melli ha accettato l’invito a fare due chiacchiere con il responsabile comunicazione Samuele Adani e il responsabile tecnico Giovanni Codazzi.Un incontro prezioso che, ancora una volta, ha sottolineato l’umiltà e l’intelligenza del nostro campione. Sebbene a New Orleans la quarantena sia dettata ancora da regole meno stringenti rispetto all’Italia, la pandemia tiene tutti in scacco, compreso l’intero campionato Nba americano. 

«Se più avanti dovessero esserci le condizioni per ripartire, bene – considera Melli -. Io però sono assolutamente per la massima prudenza. Innanzitutto il fatto di ricominciare per noi, giocatori Nba o comunque sportivi, non deve partire da un privilegio dandoci accesso a dei tamponi quando c’è chi ne ha effettivamente bisogno e non riesce a ottenerli. Soprattutto non deve essere una scelta fuori dal mondo: pensare di giocare a pallacanestro quando gli ospedali potrebbero tornare a essere allo stremo delle forze, mi sembra un controsenso. C’è in gioco la salute e anche gli atleti sono preoccupati. Alcune fasce di popolazione sono sicuramente più deboli e a rischio, ma abbiamo visto cosa possa fare questo virus, non è solo una questione di età». 

La diretta è stata l’occasione per concedersi anche qualche leggerezza, come rubare a Melli due dritte sul FantaBasket o scoprire delle sue prime apparizioni musicali durante l’infanzia (lui giura che è stata la prima e unica volta e che anche al tempo pensava comunque solo al basket – con ottimi risultati, possiamo dire).

Tante le curiosità e i racconti sulla sua esperienza, da Milano alla Germania, fino al sogno di tutti gli amanti della palla a spicchi, piccoli anelli che compongono una storia speciale. Quella di un atleta che raggiunge i massimi livelli senza dimenticare da dove viene. Tanta la lucidità nel cogliere gli aspetti positivi e negativi dell’Eurolega e dell’Nba, quanta la semplicità di una risata se i suoi amici di sempre commentano in diretta. Sempre competente, ma mai col desiderio di vestire panni non suoi. Mai sul piedistallo, con un’unica ambizione dichiarata: fare ciò che lo appassiona, impegnandosi e valutando un risultato alla volta.  

«Quando si è giovani bisogna divertirsi giocando – ha detto Melli -. Io per esempio ho fatto delle giovanili molto impegnative e avevo solo sedici anni, ma ero comunque più in ansia per una versione di latino che per una partita. Adesso è ‘tutto e subito’: se non sei forte a 18 anni non ti fila nessuno. Ma non è così e io, che sono arrivato in Nba a 28 anni, ne sono un esempio. Ci sono tanti tempi e modi diversi per raggiungere i propri obiettivi».

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