Con Cristo sulla via della Croce

Le meditazioni raccolte dall’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute 

Di seguito pubblichiamo le testimonianze provenienti da varie realtà che sono state raccolte dall’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute e proposte durante la Via Crucis trasmessa in diretta tv e internet dal Centro per le Comunicazioni sociali/La Libertà. 

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I STAZIONE
GESÙ È CONDANNATO A MORTE

Un sacerdote e un “condannato”

“La condanna a morte di Gesù, nelle nostre riflessioni, troppe volte ha riguardato sempre e solo Lui. La condizione di Gesù però è quella che si riscontra in modo chiaro nella vicenda di tanti, che anche oggi, innocenti o colpevoli, sono condannati alla stessa pena capitale. Facciamo in modo che la nostra fede e la nostra carità non prescinda mai dal considerare che il Cristo della Passione è un condannato tra condannati. Anche il “buon” ladrone non parla di Gesù condannato alla loro pena, ma di loro condannati alla Sua. Non c’è condanna che possa sorprendere chi prima di noi tutti l’ha subita per amore”.

“Dopo averlo fustigato, i soldati romani intrecciarono una corona di spine e la posero sul capo di Gesù, per schernirlo. La stessa corona di sofferenza cinge la fronte dei nostri fratelli meno fortunati di noi: scartati dal sistema, emarginati dalla società, umiliati a causa di gravi problemi psichici di cui sono afflitti e per questo rinchiusi in strutture spesso poco idonee per la loro guarigione ed il loro reinserimento sociale. Ogni volta che compiamo un’opera di bene verso il nostro prossimo è come se togliessimo una spina da quella corona di martirio che avvolge il capo del nostro Salvatore Cristo Gesù”.

Leggi tutte il testo integrale su La Libertà del 22 aprile 2020 

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