Potere delle domande

Pensa ad una tua passione, come potrebbe essere la musica, la pittura o lo sport.
E dimmi la verità: ti fa piacere quando qualcuno ti chiede qualcosa riguardo a quella passione?

Dopo il potere di mostrare i propri limiti e il potere del linguaggio incerto, sto parlando della terza caratteristica della Comunicazione Impotente: il potere delle domande.

Adam Grant riporta un’esperimento fatto da uno psicologo sociale americano, James Pennebackerì: ha riunito un gruppo di 10 o 15 estranei in una stanza, e ha detto: “Per i prossimi 15 minuti parlate di ciò che volete per conoscervi meglio”. Al termine della conversazione, ognuno doveva valutare quanto gli è piaciuto il gruppo.
La prima conclusione potremmo immaginarla: più le persone avevano parlato, più il gruppo gli era piaciuto.

Ma è la seconda conclusione ad essere abbastanza sorprendente: più le persone avevano parlato, più affermavano di aver conosciuto le altre persone del gruppo.
Al di là del fattore paradossale della seconda, entrambe le conclusioni fanno capire che comunicare i propri pensieri agli altri è un’esperienza estremamente piacevole.
Uno dei modi migliori di guadagnare rispetto e fiducia, è fare domande agli altri, il che permette di far provare agli altri la gioia di parlare!
Anche perché sapete qual è l’argomento preferito sulla terra di cui ad ognuno di noi fa sempre piacere parlare? Noi stessi, le nostre passioni, i nostri interessi, le nostre idee!
È per questo che l’ascolto è un dono inestimabile che possiamo fare a chiunque.

Due uomini fecero una scommessa: avrebbero invitato a cena una donna, e la scommessa l’avrebbe vinta la persona che la donna avrebbe ritenuto più interessante.
Dopo aver cenato con entrambi la donna disse così: il primo uomo con cui ho cenato è stato molto brillante, e mi ha raccontato tantissime cose. Insomma, mi è sembrato la persona più intelligente del mondo.
Il secondo uomo invece ha parlato poco, e mi ha fatto sentire la persona più intelligente del mondo.

https://www.facebook.com/241558429746985/posts/637921400110684/

Secondo l’esperto di comportamento dell’FBI Robin Dreeke, è importante sospendere il proprio ego quando parliamo con gli altri. Ciò significa evitare qualsiasi comportamento che potrebbe essere considerato di superiorità:
“Gli individui che praticano una buona sospensione dell’ego continuerebbero a incoraggiare l’altro a parlare della propria storia, trascurando il proprio bisogno di condividere quella che pensano sia una grande storia … Quelli che permettono agli altri di continuare a parlare senza fare il proprio turno sono generalmente considerato come miglioro conversatori.”
Quindi oltre a Carnegie lo dice anche l’FBI!

Le domande ci permettono di ritirarci dal centro della scena, permettendo agli altri di stare al centro del palcoscenico; a proposito, in un altro video parlo proprio della “Tecnica del Palcoscenico” come di una tecnica molto semplice e potente per ascoltare gli altri, poi vallo a vedere, ti lascio il link in descrizione.

E credo che ascoltare una persona e dargli la possibilità di esprimersi sia veramente un atto di amore e di attenzione veramente importante.
Toglierci dal centro del palcoscenico potrebbe apparire una scelta di impotenza; in realtà credo che per farlo veramente, in modo autentico, in modo vero, ci voglia molta forza interiore, la forza di chi sa mettere l’altro al centro della proprio attenzione. Credo che sia una scelta impotente che rivela invece una forza interiore molto grande e che come gli altri due punti della “comunicazione impotente”, contribuisce a creare un clima di grande rispetto e fiducia reciproca.

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