Il Risorto vive in noi e noi possiamo vivere in Lui e per Lui

Ecco l’omelia del Vescovo per la Veglia Pasquale nel Sabato santo, 11 aprile 2020.

Cari fratelli e sorelle,
le letture dell’Antico Testamento che abbiamo ascoltato durante la Veglia Pasquale sono state una sintesi dell’Antica Alleanza, che ha preparato la vita di Gesù. Con quale parola potremmo esprimere questa sintesi? Per voi questa sera, nella Notte santa di Pasqua, voglio proporre questa chiave di lettura di tutto l’immensa e affascinante realtà della storia fra Dio è l’uomo: essa è un’alleanza nuziale, la storia di Dio innamorato folle dell’uomo, che non smette mai di andare alla ricerca del figlio che si è allontanato per riportarlo a sé.

L’inizio di questa storia è nella creazione: tutto ciò che Dio fa è buono, ordinato, armonioso e bello. E Dio non fa questo per sé, ma per l’uomo, per quella creatura speciale fatta a sua immagine e somiglianza (Gen 1,26), che è una creatura ottima, molto buona (Gen 1,31).
Questa storia d’amore continua con la vicenda di Abramo. Abbiamo ascoltato questa sera l’episodio del sacrificio di Isacco. Sappiamo che la creatura molto buona, presto ha infranto il disegno che Dio aveva: è il dramma storico del peccato originale. Ma Dio non si dà per vinto, e ricomincia. Ricomincia con Noè; ricomincia soprattutto con Abramo. E a partire da lui inaugura la storia di un popolo speciale, il popolo eletto, il popolo di Israele, che è chiamato ad essere l’interlocutore privilegiato di Dio nel mondo, la luce per tutte le nazioni (cf. Is 42,6).

Leggi tutto il testo dell’omelia di monsignor Camisasca su La Libertà del 22 aprile 2020 

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