Covid-19: riflessioni dal di dentro

Doctors holding samples and talking in hospital, coronavirus concept.

Pur essendo da poco pensionato, dopo 40 anni passati in una corsia di ospedale, sono rientrato da qualche settimana per dare una mano in questa fase di emergenza per il coronavirus. Ho potuto così toccare con mano la realtà dal di dentro.

Un impegno straordinario per una situazione eccezionale
Una realtà fatta di un elevato numero di malati, alcuni dei quali anche molto gravi, di un impegno veramente straordinario da parte sia del livello organizzativo della sanità pubblica reggiana, sia dei singoli professionisti, molti dei quali, indipendentemente dalla specialità e dalle mansioni precedenti svolte, si sono rimboccati le maniche e non si sono tirati indietro per collaborare a fronteggiare i tanti colpiti da questa terribile epidemia.

Al rallentare della epidemia affiorano le prime polemiche
Ora che sembra effettivamente che la malattia stia indietreggiando, in quanto i contagi sono in calo ma soprattutto sono in calo i casi più gravi ed i ricoveri in terapia intensiva o subintensiva, noto che, brutto vizio di noi italiani, cominciano più o meno sopite a salire le polemiche. Che cosa si sarebbe potuto fare per intervenire prima? Perché non avevamo un numero adeguato di posti letto, specie di terapia intensiva?
Perché i tanti contagi e i tanti morti nelle case protette e nelle residenze per anziani? Addirittura negli ultimi giorni in diverse aree del Paese le procure della Repubblica stanno aprendo dei fascicoli con accuse anche non di poco conto: epidemia colposa, omicidio colposo magari plurimo.

Continua a leggere tutto l’articolo di Giuseppe Chesi, Associazione Medici Cattolici Italiani – Reggio Emilia, su La Libertà del 22 aprile 2020 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *