Nel mistero dell’obbedienza di Cristo

Le parole del Vescovo in Cattedrale nella Domenica delle Palme

Pubblichiamo qui l’omelia pronunciata dal vescovo Massimo nella santa Messa mattutina presieduta in Cattedrale il 5 aprile, Domenica della Palme; sotto, nel riquadro, proponiamo la breve riflessione che monsignor Massimo Camisasca ha svolto in apertura della solenne processione iniziale, in seguito alla lettura del brano evangelico sull’ingresso di Gesù in Gerusalemme (testo non rivisto dall’autore).
Le foto in questa pagina sono di Giuseppe Maria Codazzi.

Desidero che siano i fatti, e non le parole, ad avere la prevalenza durante questi giorni della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. Perciò ora vi offro semplicemente qualche suggerimento affinché il nostro sguardo possa essere più direttamente fisso su ciò che accade. Innanzitutto, in questa Settimana Santa vivremo – e abbiamo già iniziato a vivere – un mistero di obbedienza. Questa è la prima e più importante parola che dobbiamo dire: fatto obbediente fino alla morte e alla morte di Croce (Fil 2,8). In questa espressione si racchiude tutto il mistero di questi giorni. Cristo fu obbediente al Padre, che da sempre lo aveva pensato come colui che doveva guidare tutto il popolo di Dio all’unità. E siccome questo popolo era disperso, poiché aveva disobbedito un’infinità di volte già a partire da Adamo, non rimaneva che il sì di Dio a se stesso, il sì del Dio fatto uomo.

Continua a leggere il testo integrale dell’omelia su La Libertà del 15 aprile 2020 

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