India in quarantena, il dramma di centinaia di milioni di poveri

Le diocesi di tutta l’India stanno accorrendo per rispondere al dramma dei poveri, che più soffrono a causa della quarantena imposta in tutto il Paese per contenere il contagio del coronavirus. Ad AsiaNews monsignor Felix Machado, arcivescovo di Vasai e segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), dichiara: “In tutte le diocesi indiane le piccole comunità cristiane stanno servendo in modo altruista persone, anziani, coloro che sono da soli e nelle periferie. È una rete intensa ed estesa che opera da anni. I leader dei gruppi conoscono le condizioni di coloro che vivono nelle proprie zone, e si assicurano che tutti vengano raggiunti in modo da non escludere nessuno”.

Le fragili condizioni dei poveri stanno provocando una crisi umanitaria. Il blocco del Paese ha lasciato milioni di persone senza lavoro nelle grandi città, in gran parte migranti economici trasferiti dalle zone rurali in cerca di migliori condizioni. Il poco che guadagnano, lo inviano alle famiglie rimaste ai villaggi. Come Goutam Lal Meena, che in Gujarat guadagna 400 rupie al giorno (4,8 euro). Avendo perso il lavoro, e dati i trasporti interrotti su tutto il territorio, egli è tornato a piedi a casa, percorrendo circa 300 km. Social, canali televisivi e giornali sono pieni di queste storie di disperazione, come quella di un gruppo di operai del tessile che ha percorso 500 km da Rahtak (in Haryana), fino a Kanpur (in Uttar Pradesh).

Leggi tutto l’articolo di Nirmala Carvalho su La Libertà dell’8 aprile 

 

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