Come sarà l’Europa post Coronavirus?

Comunque vada a finire questa faccenda, essa segnerà un solco storico, destinato a selezionare variamente i confini delle culture coinvolte, a partire dal destino dell’Europa nel suo complesso. La globalizzazione non rappresenterà più la questione cruciale o principale delle economie. La sopravvivenza degli uomini prenderà il sopravvento sui freddi calcoli economicistici e sarà dato più spazio alla tutela della salute, dell’integrità dei viventi, allo sviluppo di tecnologie appropriate e della domanda interna di ciascun Paese. Ma, già qui, non ci saranno tutte rose e fiori se le risorse per attuare il cambiamento e sostenerlo risulteranno insufficienti: in tal caso, la scelta drammatica – e, intendo, emblematica – dei nostri operatori sanitari riguardante a chi attaccare il tubo dei respiratori (se questi ultimi saranno insufficienti) tra, ad esempio, pazienti anziani o giovani, esploderà in tutta la sua prospettiva culturale. Qualche liberista si rallegrerà dell’aiuto che le difficoltà contabili forniranno al contrasto naturale di un invecchiamento troppo prolungato; ma l’orrore, alternativo a possibili e auspicabili soluzione, è alle porte. 

Leggi tutto l’articolo di Luigi Bottazzi su La Libertà dell’1 aprile

 

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