Dieci anni senza monsignor Bellani

Pastorale, cultura, giornalismo: memorie legate a «La Libertà»

C’è un giorno, rimasto impresso nella mia memoria in modo traumatico, collegato alla figura di monsignor Giancarlo Bellani e ai miei esordi su La Libertà. Era l’estate del 2000. Premessa: dopo il primo anno di frequenza alla scuola diocesana di giornalismo avevo già iniziato a redigere articoli destinati al settimanale. Ero solito consegnare i miei elaborati alla portineria del Seminario, su floppy disk – dove sapevo che sarebbero poi passati nelle mani di Giovanna Nidi Giovannini, la fedele impaginatrice e segretaria di redazione – sicché non avevo mai avuto occasione di parlare con quel sacerdote lungo e un po’ austero, dalla voce radiofonicamente profonda e l’aria intellettuale, che vedevo di tanto in tanto tagliare via Reverberi in bicicletta. Ebbene quel 7 agosto, credo di ricordare alle tre del pomeriggio, avevo appuntamento con lui per un colloquio di conoscenza. Avevo da poco trovato un nuovo lavoro come ragioniere alla Provincia di Reggio Emilia, dopo essermi licenziato dalla banca del primo impiego, e stavo rispolverando la passione per la scrittura, sacrificata negli anni degli studi tecnico-commerciali.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà dell’1 aprile



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