Don Pasquino Borghi, una fiamma di carità

Per il novantesimo delle “prime Messe” di don Pasquino Borghi – il 5 aprile 1930 con i Comboniani, poi a Bibbiano, il paese natale, il 6 luglio seguente – i nipoti hanno ristampato il santino di quei giorni e ne fanno dono alle persone che la sera del 30 gennaio, anniversario della fucilazione del sacerdote, entrano per partecipare alla Messa commemorativa nella chiesa di San Pellegrino, fredda a causa del furto della stufa avvenuto nottetempo. E c’è un’altra sorpresa, presentata per l’occasione, poco prima della liturgia, nei locali parrocchiali, a cura del gruppo di lavoro degli “Amici”: si tratta del nuovo sito internet www.donpasquinoborghi.it, curato da Antonio Mammi, Patrizia Daniela Vinceti e Michele D’Autilio. L’aggiornamento del portale, che comprende ad esempio le sezioni dedicate ai “Pensieri” e alla “Bibliografia”, è ancora in corso; intanto nell’illustrarlo Mammi dà una notizia che non può che far piacere: una compagnia teatrale di Correggio sta realizzando uno spettacolo sulla vita di don Pasquino. È una delle vie che è doveroso intraprendere affinché la memoria di testimoni come il nostro martire della Resistenza raggiunga le scuole e i giovani.

A rendere la serata ancora più significativa è la presenza del vescovo Massimo Camisasca, che presiede l’Eucarestia; concelebrano il parroco don Giuseppe Dossetti, don Wojciech Darmetko da Bibbiano, don Evandro Gherardi, don Umberto Tagliaferri e padre Giovanni Gisondi, agostiniano di Roma in soggiorno dai parenti reggiani. Siedono tra i banchi anche i sindaci di Reggio Emilia, Luca Vecchi, di Correggio, Ilenia Malavasi, e di Villa Minozzo Elio Ivo Sassi. Il pastore diocesano loda l’iniziativa degli “Amici di don Pasquino Borghi” e la lettura storico-sapienziale che stanno dando della figura di quest’uomo di Dio, guardando a fondo all’intera sua parabola terrena e non soltanto all’esito finale; si augura anzi che lo stesso serio metodo di studio venga seguito per tanti altri esempi di santità della Chiesa reggiano-guastallese.

Leggi il resto dell’articolo di Edoardo Tincani su La libertà del 5 febbraio



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