Liturgia, cuore della festa

A Ospizio il 22 gennaio continua il corso formativo

Da La Libertà del 15 gennaio

Dopo il primo incontro tenuto da don Franco Magnani (Ufficio Liturgico nazionale), il corso di formazione liturgico-musicale organizzato dall’IDML (Istituto diocesano di Musica e Liturgia “Don Luigi Guglielmi”) in collaborazione con la rivista Celebrare Cantando e l’Ufficio Liturgico diocesano, il secondo appuntamento ha visto la partecipazione di don Paolo Tomatis (Ufficio Liturgico della Diocesi di Torino). Dopo un primo intervento, tenutosi nel giugno 2019 nel quale si era affrontato il tema del rapporto fra la liturgia e il mondo giovanile, il relatore ha fatto entrare i molti uditori presenti in un aspetto liturgico centrale, caratterizzante ogni comunità che si raduna intorno alla mensa del Signore: “Liturgia: cuore della festa”.

Ponendo l’attenzione sull’incontro fra “festa” e “liturgia” si è entrati subito nel vivo della riflessione, ponendo al centro due problematicità: da un lato la possibilità che nella liturgia possa verificarsi lo svolgimento di una festa che dimentichi il festeggiato; dall’altro il considerare l’aspetto festivo come elemento secondario. Trattando questa delicata relazione è subito emersa l’esigenza di rispondere alla domanda su come si intende e si vive la liturgia e il suo insito carattere festivo.

Partendo da una provocazione perentoria di Friedrich Nietzsche, nella quale viene affermata un’inimicizia inevitabile fra i due elementi (“la festa è essenzialmente paganesimo”) si è posta l’attenzione su un rilievo sereno di Papa Francesco: “[…]la comunità evangelizzatrice gioiosa sa sempre «festeggiare». Celebra e festeggia ogni piccola vittoria, ogni passo avanti nell’evangelizzazione. L’evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia in mezzo all’esigenza quotidiana di far progredire il bene. La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia, la quale è anche celebrazione dell’attività evangelizzatrice e fonte di un rinnovato impulso a donarsi” (cfr. EG23).

Particolarmente toccante è stato l’identificarsi nei due figli della parabola del Padre misericordioso (Lc15). Da una parte c’è un figlio che ricerca la “festa” fuori dalla casa del padre; dall’altra il fratello che, pur rimanendo, non ha avuto la percezione di una gioia nel suo rimanere – “non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici…”. Con quella chiarezza semplice con cui don Paolo ha analizzato alcuni fenomeni del nostro attuale Occidente si è resa evidente la costante situazione che spesso porta ad una centralità del “sentire” privo di senso.

Dopo aver analizzato alcuni aspetti tipici di ogni festa e avvicinandosi al carattere liturgico/celebrativo, si è giunti ad una preziosa intuizione: “Ogni festa che si rispetti deve portare in sé il desiderio di comunione”. Con molti esempi tratti dai gesti liturgici è stato descritto questo carattere “festivo” insito nella liturgia con l’avvertimento però che la cosiddetta “arte del celebrare” non si improvvisa.

Il giusto equilibrio fra silenzio e parola, l’accortezza di porre gesti in grado di significare un contenuto, il saper valorizzare un messaggio senza per forza aggiungere elementi, il saper vivere un raccoglimento che esplicita il desiderio di attesa, sono alcuni dei tanti preziosi aspetti che don Paolo, sapientemente, ha intrecciato nel suo discorso, suscitando tante domande e richieste di ulteriore approfondimento.

Dopo un ultimo aneddoto tratto da “Il Piccolo Principe” di Antoine Marie Roger de Saint-Exupéry nel quale il dialogo col mercante di pillole (capaci di placare la sete) ha fatto esclamare il giovane protagonista affermando: “se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana…”, ci si è dati appuntamento per il terzo incontro.

Con il titolo “Dio, tu e le rose” (tratto dal libro che il medesimo relatore ha scritto nel 2013), il teologo Brunetto Salvarani affronterà il tema dell’influenza della musica Pop e della sua relazione con il repertorio liturgico. L’appuntamento è per mercoledì 22 gennaio, ore 20.45, sempre presso il “Piccolo Teatro san Francesco da Paola”, parrocchia di Ospizio a Reggio Emilia.

Matteo Bondavalli



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