Genitori a bordo campo: Il Progetto Aurora ha organizzato un incontro rivolto per lo più a padri e madri un po’ agitati

Non è raro, specialmente nello sport dilettantistico, assistere a un tifo un po’ troppo fomentato da parte dei genitori per i loro figli.
Sicuramente mosso da sentimenti sinceri, ma quanto questo atteggiamento rischia di avere delle ricadute negative sul giovane atleta, o su tutto il piccolo ecosistema della squadra? “Genitori a bordo campo – Quando fare il tifo è qualcosa di più”: questo il titolo, esplicativo, dell’incontro organizzato il mese scorso nella sala parrocchiale di San Prospero Strinati a Reggio.
L’incontro aperto al pubblico e gratuito era rivolto principalmente a genitori ed educatori/allenatori, con la partecipazione dello psicologo Corrado Zoppi, membro dell’area formazione CSI Reggio. La serata è stata presentata dal presidente della società sportiva Progetto Aurora, Ezio Siligardi.

Presidente, perché avete scelto di organizzare questa serata?
Perché sono convinto che la gestione più difficile in questi ultimi anni sia quella dei genitori; al momento è il tema che mi interessa di più e spero sia il primo di una serie di incontri. Abbiamo assistito ad alcuni episodi che ci hanno fatto pensare che fosse ora di insegnare qualcosa a loro, più che ai ragazzi.

Del tipo?
Sono tutti episodi diversi ma della stessa natura: o i genitori vogliono essere protagonisti insieme al figlio, o si montano la testa e il ragazzo per forza deve diventare un campione. Probabilmente nel tentativo di risolvere i loro problemi personali, non lo so. Onestamente nella mia esperienza di calciatore e padre di un calciatore non ricordo di essermi mai occupato di ciò che compete in realtà gli allenatori.

La situazione è peggiorata nel tempo?
Un netto peggioramento…

Continua a leggere tutto l’articolo di Giulia Beneventi su La Libertà del 4 dicembre

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