Giacomo Poletti, scultore sapiente e generoso

Giacomo Poletti ci accoglie nella sua casa di Talada, accanto al parco dell’Arte creato da lui stesso e dalla moglie Isa per ospitare le sue sculture e pezzi di antiquariato. Parla in mezzo ad animali dalle movenze aggraziate e potenti, a volti umani colmi di emozione.

Le sue opere, le opere di una vita intera, lo circondano e testimoniano la tenacia di una passione: la passione per la scultura.
L’amore per quest’arte nacque, per caso, nel 1964 e fu una vera e propria folgorazione che lo travolse al cospetto di un bassorilievo in gesso che raffigurava il Cristo. “Me la presti che provo a farla in legno?”, chiese al suo proprietario.

La gioia e la bellezza che respirò dopo quella prima impresa lo spinsero a continuare.
E da quel momento non si è più fermato, decidendo di dare forma alla sua tensione creativa per il piacere di esprimere se stesso scolpendo.

“Quello che mi viene in mente io lo faccio”. Nessuno gli ha insegnato tecnica e rudimenti dell’arte scultorea. Il capannone vuoto accanto all’abitazione è diventato pian piano magazzino d’arte. Lavora d’inverno, Giacomo, anche in questo aspetto fedele ai ritmi produttivi e vitali dei montanari.
Giacomo vive la sua arte come un dono: non a caso l’ottica della condivisione e della gratuità sono al centro della sua arte. Per questi motivi non ha mai contemplato l’idea di vendere le sue opere. Piuttosto, è sua abitudine regalarle, con schietta generosità, non solo agli amici, ma anche alle persone che raggiungono Talada per conoscerlo ed essere accolti nel parco dell’Arte.

Continua a leggere tutto l’articolo di Chiara Torcianti su “La Libertà” del 20 novembre

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