Le vie per l’unità pastorale?

Da venerdì a domenica il Vescovo visita le parrocchie reggiane

Almeno sulla carta – nelle quattro parrocchie del Vicariato urbano che ricevono il vescovo Massimo da venerdì 15 a domenica 17 novembre – si ritrovano tutti i componenti della Santa Famiglia: ci sono infatti Gesù Buon Pastore, la Beata Vergine Maria, venerata come Immacolata Concezione, e San Giuseppe suo Sposo; non manca poi l’icona di ogni cristiano in cammino nella Chiesa: San Pellegrino. La storia recente ha denominato unità pastorale “Santa Maria Maddalena” le comunità al di qua del Crostolo (San Pellegrino, 4.000 abitanti, e Buon Pastore, 3.150), e “Casa di Nazareth” quelle appena oltre il torrente (Immacolata Concezione, 3.214, e San Giuseppe 5.490). La visita di monsignor Camisasca servirà tra l’altro a orientare il cammino futuro, indicando eventualmente modalità e tempi per proseguire nel cammino unitario, verso quella che nel piano della Diocesi è classificata come “Unità pastorale numero 6” di Reggio Emilia.

Intanto, come sempre nei servizi che preparano l’incontro con il Vescovo, conosciamo meglio il volto di questa realtà pastorale, ricca di opere di carità e di energie al servizio del Vangelo, nonostante la scristianizzazione stia mordendo anche questi quartieri della città.
Partiamo dal clero: don Corrado Botti da due anni è il parroco dell’unità pastorale “Casa di Nazareth”; può contare sulla collaborazione del parroco emerito don Giuseppe Palazzi, sull’aiuto festivo di don Daniele Moretto e su due diaconi permanenti: lo “storico” Marino Gallo, dal lontano 1992, e Raffaele Vallefuoco, dal 2016.
Don Giuseppe Dossetti è dal 1996 parroco di San Pellegrino, dove la chiesa è prossima a un intervento di restauro, e guida l’unità pastorale “Santa Maria Maddalena” da quando è nata, nel 2012; fin dal 1982 è presidente del CeIS. L’aiuto principale gli giunge oggi da don Anthony Okafor, giovane vice-cappellano della comunità nigeriana; per le liturgie festive vengono in appoggio anche i padri cappuccini dell’Arcispedale, mentre don Alberto Rabitti, collaboratore pastorale, celebra la Messa presso le suore del Buon Pastore. Risiede al Buon Pastore anche don Carlo Pagliari, che favorisce l’accompagnamento della pastorale giovanile. Non vi sono diaconi permanenti, ma il percorso di catechesi in preparazione a possibili candidature è annunciato per l’inizio del 2020.
Sotto la voce “Vita religiosa” troviamo suor Clara delle Missionarie del Verbo Incarnato, impegnata nella visita a famiglie e malati, tre Carmelitane Minori della Carità – suor Pamela, suor Roberta e suor Vincenza – operanti nella Casa “Beata Vergine della Ghiara” annessa alla chiesa di San Giuseppe, e quattordici suore del Buon Pastore; la congregazione gestisce la casa di riposo per le religiose della provincia Italia-Malta, appartamenti-ponte per nuclei a rischio povertà (e uno per vittime della tratta, con la Caritas diocesana) e l’accoglienza di donne lavoratrici provenienti da fuori Reggio. Inoltre nella parrocchia del Buon Pastore risiede una consacrata dell’Ordo virginum. In entrambe le unità pastorali sono attivi gruppi di preghiera e di ascolto del Vangelo. Se a San Pellegrino e Buon Pastore è ben radicata la tradizione dell’Azione Cattolica, all’Immacolata Concezione dal 2010 si distingue per intraprendenza il gruppo “Età dell’oro”, che coinvolge una quarantina di persone nel servizio di animazione rivolto agli anziani.

Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 13 novembre

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