«Grazie perché»: in un libro 30 anni di Dimora d’Abramo

Centossessanta pagine, gli accenni ad una storia iniziata trent’anni fa per iniziativa di sacerdoti, laici e associazioni legate alla Chiesa reggiana e, poi, le quattordici storie personali di coordinatori di servizi (in massima parte) che si raccontano all’insegna della gratitudine verso chi, in queste vicende individuali, ha lasciato una particolare impronta. Si presenta così il libro “Grazie perché: quattordici storie personali in un’unica storia d’accoglienza” – curato dallo scrittore Piergiorgio Paterlini ed edito da Pendragon – con il quale la cooperativa sociale Dimora d’Abramo celebra i suoi trent’anni di attività, con sobri ed essenziali riferimenti alle attività svolte per privilegiare, invece, un percorso narrativo tutto all’insegna della gratitudine.

Spicca, certo, la gratitudine della cooperativa per chi ne è stato e ne è parte, per le istituzioni e le comunità locali ma, soprattutto, in primo piano c’è quel “grazie” che esce dalle storie dei coordinatori dei servizi della cooperativa e, nel raccontare e svelare tanti diversi cammini, si rivolge a chi ha lasciato impronte che hanno inciso su queste stesse storie e su scelte di vita che sono confluite e si riconoscono, tutte, in una dimensione di servizio agli altri.

“Non è possibile – scrive in prefazione il presidente della Dimora d’Abramo, Luigi Codeluppi – guardare alle storie che si sono intrecciate, ai fatti accaduti e a tutto questo percorso senza riconoscere e coltivare la gratitudine verso chi ne è stato parte, da ovunque provenisse e in qualunque modo fosse coinvolto, con le fatiche e le energie spese per trovare sentieri possibili e sostenibili in un cammino di organizzazione e, allo stesso tempo, fatto di percorsi individuali di ciascuno”.

Continua a leggere tutto l’articolo su “La Libertà” del 13 novembre

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