Visita all’unità pastorale San Paolo VI, terreno di sperimentazione evangelica

Dal 4 al 6 Ottobre il vescovo Camisasca ha incontrato le parrocchie di San Paolo, Santa Croce, Gavassa, Massenzatico e Pratofontana

“Galilea delle genti”. Questa espressione biblica è stata richiamata più volte nel corso della visita del vescovo Massimo Camisasca all’unità pastorale San Paolo VI (parrocchie di San Paolo, Santa Croce, Gavassa, Massenzatico e Pratofontana) nei giorni 4, 5 e 6 ottobre.
La Galilea, regione periferica della Palestina abitata da pagani e luogo di forte immigrazione, è lontana da Gerusalemme e per questo era disprezzata dai Giudei. Come la Galilea, anche l’unità pastorale San Paolo VI si qualifica come territorio multiculturale e multireligioso.

Le caratteristiche della periferia nord-est di Reggio sono state tratteggiate nel corso dell’assemblea pastorale del 4 ottobre. Mentre le parrocchie di Gavassa, Massenzatico e Pratofontana sono realtà residenziali nelle quali è ancora presente la dimensione rurale, Santa Croce e San Paolo presentano una notevole densità abitativa: in poco più di un chilometro quadrato vive oltre la metà della popolazione dell’unità pastorale, il 51,82% di 15.117 persone. Tra Santa Croce e San Paolo, poi, la percentuale di cittadini stranieri è il doppio di quella del comune di Reggio Emilia (32,5% contro il 16,4%) e sono rappresentate oltre sessanta etnie.

Per quanto riguarda l’aspetto multireligioso è importante ricordare che il territorio di Santa Croce – San Paolo, oltre alle due chiese cattoliche, ospita sette luoghi di culto evangelici, una moschea, un tempio indù e una Sala del Regno dei Testimoni di Geova.

Continua a leggere l’articolo di Emanuele Borghi su La Libertà del 16 ottobre 



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