Prendersi cura della biodiversità

Veglia ecumenica per il creato in San Giorgio (Reggio) il 21 settembre

La 14a Giornata per la Custodia del Creato rappresenta quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere la realtà fragile e preziosa della biodiversità. Anche la nostra Diocesi vive questo momento ecclesiale, quest’anno per la prima volta, attraverso una Celebrazione ecumenica presieduta dal vescovo emerito monsignor Luciano Monari sabato 21 settembre alle ore 21 nella chiesa di San Giorgio in via Farini a Reggio Emilia (si veda la locandina).Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura, è uno dei richiami dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Di questo troviamo anche eco con particolare forza nel documento preparatorio per il Sinodo che nell’ottobre del 2019 sarà dedicato all’Amazzonia.

Da tempo il Magistero ecclesiale, alla luce del messaggio biblico, ha cercato di delineare i punti di riferimento essenziali per valutare i problemi che si pongono nella relazione tra l’uomo e l’ambiente, inclusa la tutela e la coltivazione della biodiversità come valore. Questo rapporto non ha trovato tuttora un corretto equilibrio, sia per il modo di concepire l’idea di natura, sia per ciò che concerne i comportamenti dell’uomo. Già san Paolo VI, quasi cinquant’anni fa, nella Lettera apostolica Octogesima adveniens del 1971, denunciava la tendenza allo sfruttamento “sconsiderato” delle risorse del creato, ma è san Giovanni Paolo II, nel 1988, nella Lettera Enciclica Sollicitudo rei socialis, anticipando la prospettiva della “ecologia integrale” della Laudato si’ – che introduce più esplicitamente il tema della biodiversità, riconoscendo che la tutela dell’ambiente costituisce un dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti, impedendo che si possa fare “impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali – come si vuole, a seconda delle proprie esigenze”. Questa prospettiva riveste una particolare importanza quando si considera il valore ambientale della biodiversità. E, tornando alla regione amazzonica, sempre san Giovanni Paolo II, già nel 1999, nella Esortazione apostolica Ecclesia in America, la definiva “uno degli spazi più apprezzati del mondo per la sua diversità biologica, che lo rende vitale per l’equilibrio ambientale di tutto il pianeta”.

Leggi tutto l’articolo a cura dell’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro su La Libertà dell’11 settembre

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