Premessa
Il lavoro di valutazione che vogliamo sviluppare si inserisce pienamente nel rinnovamento del percorso di catechesi. La valutazione è solitamente intesa come l’ultimo atto della progettualità educativo-pastorale, ma in realtà lo sguardo valutativo va sempre coltivato e mantenuto lungo l’intero processo e vanno scelti in itinere gli strumenti e gli spazi per poterlo esercitare. L’esercizio della valutazione, infatti, permette di:
– Dare valore (etimologicamente) a ciò di cui si è fatto esperienza, mettendo in rilievo elementi in ombra e “ri-conoscendo” la significatività di momenti, presenze, passaggi.
– Comprendere il peso che hanno le diverse dimensioni all’interno del processo, riequilibrare i carichi e gli investimenti, rimodulare le energie;
– Poter esprimere non solo giudizi, ma conoscere i criteri mediante cui giudichiamo positiva/negativa, significativa/non significativa un’esperienza e provare a leggerci dentro.
[…]
1. Un’istantanea della situazione
I dati numerici più che indicare il successo/insuccesso della proposta in base al numero di presenze, occorrono per fare una fotografia iniziale della situazione. È importante abituarci a tener memoria e a monitorare i contesti e le situazioni di partenza, perché solo aderendo bene alla situazione concreta si può progettare effettivamente in maniera efficace.
In totale la sperimentazione ha coinvolto 352 preadolescenti, di cui 161 ragazzi e 191 ragazze. […] Ciò che si evince è che nei vari momenti dell’anno (inizio, metà, fine) la presenza è tutto sommato costante e si attesta sui numeri che abbiamo espresso. La presenza dei ragazzi/e è pure abbastanza costante tanto nei momenti aggregativi e di festa, quanto nei momenti di celebrazione (es. ritiri). Un dato significativo è la partecipazione alla Messa domenicale […]. In media i ragazzi/e che partecipano alla Messa sono un terzo/un quarto del totale. […]
Continua a leggere tutto l’articolo di Alessandra Augelli su La Libertà del 31 luglio