Incontri sull’arte sacra

Appunti dalle lezioni dei coniugi Fernando e Gioia Lanzi a Salvarano

Sono state due domeniche di approfondimento dell’arte sacra quelle che si sono tenute il 16 e il 23 giugno presso l’Eremo di San Michele a Salvarano, grazie a Fernando e Gioia Lanzi del Centro Studi per la Cultura Popolare di Bologna.
La prima lezione, tenuta dal professor Nando Lanzi, è stata dedicata all’architettura. Con l’ausilio di svariate immagini, i presenti sono stati accompagnati a “guardare” come sono fatte tante chiese e a “leggere” i simboli in esse contenuti, del cui significato spesso si è persa la memoria.
Si è partiti dall’intersezione di un segno orizzontale (l’umanità) con uno verticale (il rapporto con il divino) da cui si genera il simbolo distintivo dei cristiani, la croce di Cristo, che con la sua incarnazione, morte e resurrezione si fa punto di riferimento dell’uomo, avvenimento verso cui orientare la vita.

La parola orientare ha alla propria radice l’Oriente, da cui sorge il sole che consente al creato di esistere: ecco che le prime chiese sono orientate, cioè hanno l’abside rivolta ad Oriente, proprio a richiamare da dove viene la salvezza e qual è il punto dello spazio a cui rivolgere lo sguardo.
Un’unica navata rettangolare con in fondo, su uno dei lati corti, l’altare per la celebrazione eucaristica: tutti con lo sguardo rivolto al punto nel quale si rinnova il sacrificio di Cristo. Poi le navate diventano tre, Padre, Figlio e Spirito Santo, a richiamare con le pietre e la suddivisione dello spazio il Mistero della Trinità. Ed ancora, le navate diventano cinque: tante quante le piaghe del Signore. Presto la stessa pianta dell’edificio sacro prende la forma di croce latina o greca, diventando richiamo esplicito al Mistero della salvezza, con al centro, corrispondente al cuore del crocifisso, l’altare, spesso sovrastato da una cupola a fissare l’elevazione verso il cielo.

Ma ci sono anche le chiese dei pellegrinaggi, con al centro un grande portale e ai lati due più piccoli: dal portale di sinistra (sinistra rispetto al corpo di Cristo idealmente disteso sulla pianta della chiesa) si entra, peccatori, bisognosi di purificazione, si percorre la navata laterale, si gira intorno all’altare lungo l’abside e si percorre l’altra navata laterale per uscire dal portale di destra, purificati dalla partecipazione ai sacramenti. E poi il rosone, tipico dell’architettura gotica a simboleggiare Cristo al centro dell’umanità, ma anche il portico antistante l’ingresso della chiesa per ospitare i pellegrini.
Si tratta di una catechesi fatta di pietre, di spazi e di simboli che i nostri antenati sapevano interpretare senza essere dei letterati.

Leggi tutto l’articolo di Giancarlo Staccia su La Libertà del 3 luglio

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