Grazie vescovo Adriano

Note sulla celebrazione del Corpus Domini in città

Da La Libertà del 26 giugno

Una doppia festa, nella serata di giovedì 20 giugno: liturgica, nella solennità del Corpo e Sangue del Signore; e diocesana, con gli auguri al vescovo emerito Adriano Caprioli nel 60° anniversario della sua ordinazione presbiterale. Prima della Messa del Corpus Domini – ricorrenza che in diocesi già dal 2001, a livello cittadino, è ritornata ad essere celebrata nella sua data propria, il secondo giovedì dopo Pentecoste – si tiene una breve cerimonia nella cripta del Duomo.
Qui, in quello che monsignor Caprioli definisce “il cuore della Cattedrale” per via della preghiera quotidiana che vi si svolge, viene svelata un’epigrafe marmorea a ricordo del restauro.

Il testo è stato composto dal vescovo Massimo, oggi assente perché bisognoso di protrarre il periodo di riposo dopo l’intervento chirurgico del mese scorso. Lo riportiamo:

SOTTO LO SGUARDO DI TUTTI
RIFULGE DI NUOVA LUCE
LA CHIESA CATTEDRALE DI REGGIO EMILIA
RIPORTATA AL SUO PRIMITIVO DECORO
PER AUSPICIO PROFETICO DEL VESCOVO
GIOVANNI PAOLO GIBERTINI (1989-1998)
PER L’OPERA TENACEMENTE PERSEGUITA DAL VESCOVO
ADRIANO CAPRIOLI (1998-2012)
QUESTO TEMPIO DI DIO
COSTRUITO NEL CUORE DELLA CITTÀ E DELLA DIOCESI
SIA LUOGO DI SPERANZA FEDE E CARITà PER SEMPRE

MASSIMO CAMISASCA
VESCOVO DI REGGIO EMILIA – GUASTALLA
QUESTA MEMORIA POSE
NELL’ANNO GIUBILARE DELLA MISERICORDIA
MMXVI

L’intervento di memoria e gratitudine rivolto al vescovo Adriano viene tenuto dal Vicario generale della Diocesi monsignor Alberto Nicelli, che poi chiama, a scoprire la nuova epigrafe, due dei protagonisti della grandiosa opera di restauro: monsignor Francesco Marmiroli, al tempo delegato vescovile per la Cattedrale, e l’architetto progettista Mauro Severi.
Nelle sue parole di risposta monsignor Caprioli, apparso in buona forma, si rallegra in particolare per la realizzazione del passetto che conduce alla cripta, per il fatto che invita a ricordare i nomi delle persone che ci hanno aiutato a diventare adulti nella fede.

Alle 19, nella chiesa superiore, ha inizio la solenne Eucarestia: il Corpus Domini conclude in rendimento di grazie l’anno pastorale 2018-2019, che dal 29 aprile scorso si è innestato nel Giubileo straordinario della Madonna della Ghiara; e nel segno della Regina di Reggio si aprirà anche il prossimo anno pastorale, l’8 settembre.
Intorno al vescovo emerito Adriano, che presiede l’Eucaristia, la celebrazione vede riuniti nella chiesa madre della Diocesi i preti, i diaconi, i religiosi, le religiose e le persone di vita consacrata, i seminaristi, i fedeli delle parrocchie della Città con il vicario don Davide Poletti, la Cappella Musicale della Cattedrale e altri cantori che si sono resi disponibili ad animare la liturgia con la direzione di Primo Iotti e la guida dell’assemblea di don Matteo Bondavalli.
E ancora sono presenti i Campanari reggiani, il Gruppo diocesano di Servizio “Santi Crisanto e Daria”, i rappresentanti delle aggregazioni laicali e dell’associazione dei Templari Cattolici, le delegazioni reggiane dell’Ordine Sovrano di Malta e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
All’inizio della Messa monsignor Nicelli dà lettura dell’affettuoso messaggio che da Giandeto il vescovo Massimo Camisasca ha indirizzato al predecessore: “Il Signore la rimeriti dei tanti sì che ha pronunciato”.
Lo stesso Vicario generale rincara la dose di riconoscenza, non solo perché Caprioli ha condotto in porto l’operazione di restauro del Duomo, ma per il suo oggi, speso in un servizio nascosto e umile come vescovo emerito, reso là dove gli viene chiesto: una “fontana inesauribile”, dice Nicelli, citando uno dei passaggi dell’omelia che il cardinale Montini, futuro papa Paolo VI, recentemente canonizzato, pronunciò nel Duomo di Milano il 28 giugno 1959 all’ordinazione sacerdotale di don Adriano e di altri quaranta (!) presbiteri.

Un discorso miliare, quello dell’arcivescovo milanese, che rappresenta anche il filo conduttore dell’omelia scritta da monsignor Caprioli nell’occasione del 60° anniversario di consacrazione sacerdotale (“I perché di un ritorno”, testo integrale a pagina 3).

Dopo la Comunione l’ostia consacrata viene esposta nell’ostensorio e tutti si inginocchiano.
Durante la processione eucaristica lungo la via Emilia vengono letti dei passi dell’omelia che Papa Francesco ha tenuto nella piazza di San Giovanni in Laterano, a Roma, il 26 maggio 2016.
Si arriva al Santuario della Ghiara, dinanzi all’Immagine miracolosa della Beata Vergine; qui la serata è conclusa dalla benedizione eucaristica e dal canto del Magnificat.
Al centro della preghiera e dell’adorazione silenziosa è ancora e sempre la relazione tra Eucarestia e Chiesa, tra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. La sorgente della nostra vita eterna.



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