Laudato si’… Laudato qui

Lunedì 20 maggio 2019: cinque anni sono passati dalla Pasqua di don Lorenzo Braglia. Le cooperative Collina, Quercia, Vigna in collaborazione con il gruppo Laudato si’ dell’unità pastorale Beata Vergine della Neve hanno voluto ricordare don Lorenzo con la celebrazione dell’Eucarestia, preceduta da una riflessione dell’amico e compagno di viaggio don Luigi Ciotti. Tema scelto: “Laudato si’, Laudato qui”.
Con la consueta passione e capacità di toccare il cuore, don Luigi ha presentato l’Enciclica di Papa Francesco. Ci è caro riportarne alcuni pensieri e citare quasi testualmente varie espressioni.

Partendo da Francesco di Assisi, che ha vissuto in modo eccelso l’ecologia integrale, prendendosi cura di ciò che è debole e bello, l’Enciclica ne indica lo spirito di gioia, tenerezza, autenticità. Don Ciotti ha fatto suo e ha attualizzato l’invito del Papa, entrando direttamente in alcune delle più urgenti tematiche e problematiche del nostro mondo e del nostro tempo. L’invito è stato quello a comprendere l’urgenza di porre fine allo sfruttamento intensivo della Terra, a cambiare lo stile di vita, perché la nostra Madre Terra non ha più tempo. Ce lo dicono gli scienziati: il 75% del suolo del pianeta è degradato! L’umanità è entrata nella sesta catastrofe planetaria ambientale, la prima causata dall’insipiente voracità dell’uomo padrone/predone.

Siamo chiamati ad abitare in modo attivo ed equilibrato il tempo presente, occupandoci oggi del bene comune nostro e delle future generazioni, umane ma anche animali e vegetali: tutto è collegato e interdipendente, ben oltre le nostre percezioni esterne, spesso superficiali. E il tempo è prezioso. è un peccato sprecarlo, consumarlo, non gestirlo e subirlo come un tiranno, che ci toglie pensiero, relazione, libertà, salute. Il nostro primo impegno verso il futuro sta nel valorizzare questo dono inestimabile…

Un altro tema toccato da don Ciotti è stato quello della resilienza, che significa assumere il rischio, ma anche l’accompagnamento della vita fragile, che guardi alla qualità e al valore della vita stessa, permettendo alle ferite di rimarginarsi. Non dobbiamo arrenderci! C’è bisogno di nuove tecniche e nuove politiche, ma anche di etica nuova. E di saggezza e sapienza!

Leggi tutto l’articolo di Carla Arleoni su La Libertà del 19 giugno

Don Emanuele Benatti e don Luigi Ciotti

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