Povertà energetica: come combatterla

Combattere la povertà energetica è uno degli obiettivi della Commissione europea, che ha finanziato la creazione di un osservatorio per lo studio dei fenomeni che determinano il verificarsi di queste condizioni nelle famiglie dei paesi membri.
All’Energy Poverty Observatory (EPOV) dell’Unione Europea è seguita prontamente l’azione italiana che da pochi mesi ha costituito l’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), presso il Centro Levi-Cases dell’Università di Padova. La professoressa Paola Valbonesi presiede e coordina un network di ricercatori di diverse università (Padova, Palermo, Brescia, Firenze) e istituzioni (RSE, ENEA, Banca d’Italia) che insieme hanno elaborato il “1° Rapporto sullo stato della povertà energetica in Italia”, presentato nei giorni scorsi a Milano.
Ma per parlare di povertà energetica occorre prima chiarire di cosa si tratta. Le definizioni sono differenti a seconda delle aree geografiche. Nei paesi emergenti o in via di sviluppo, una famiglia si considera in condizioni di povertà energetica quando non dispone di un allaccio alla rete elettrica e non utilizza forme moderne di energia per il riscaldamento o la cottura dei cibi.

Nei paesi avanzati, la condizione di povertà energetica è acclarata quando i costi delle bollette energetiche non sono più sostenibili per le famiglie che si trovano nell’incapacità di acquistare servizi energetici essenziali. In base a questa definizione nel 2017, nel nostro Paese, 2,2 milioni di persone, ovvero l’8,7 per cento degli italiani, vivevano in condizioni di povertà energetica. La ricerca presentata dalla professoressa Valbonesi evidenzia come alcuni fattori siano determinanti nell’aumentare la probabilità di trovarsi in condizioni di povertà energetica: vivere già in povertà assoluta; risiedere nelle regioni del Sud o in un piccolo centro urbano; il basso livello di istruzione; essere disoccupati o giovani. Negli ultimi quindici anni i costi delle materie prime energetiche, unite alle politiche di decarbonizzazione attuate dai governi, hanno determinato un costante rialzo dei prezzi dei beni e servizi energetici che si è sostanzialmente abbattuto sul consumatore finale.

Leggi tutto l’articolo Valeria Braglia nella rubrica Mirabilia su La Libertà del 12 giugno

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