Islam, quei fari sconosciuti

Pubblicando l’articolo mensile del nostro collaboratore “Alfredo” ricordiamo ai lettori che è disponibile presso la sede de La Libertà la nuova raccolta di tutti i contributi editi nel biennio 2017-2018, al prezzo di 12 euro.

Di fronte ai recenti tragici attentati terroristici di matrice islamica, riportati dai media mondiali, da conoscitore del vero Islam, credo sia mio dovere interrompere, per questo mese, la collana di articoli in corso sulla teologia, per dare delle notizie che facciano luce di speranza in un’oscurità che ha la tendenza di fare di tutta l’erba un fascio. Purtroppo la mancanza di conoscenza porta a pensare che gli sforzi di apertura della Chiesa Cattolica verso l’Islam non siano compensati da altrettanta buona volontà dalla controparte.
Basterà ricordare alcuni avvenimenti recenti per dipanare questa nefasta tendenza. Gli avvenimenti che descrivo qui di seguito sono sconosciuti al grande pubblico e dimenticati da quegli organi di stampa che avrebbero il dovere di gettare acqua sul fuoco ad ogni tragico evento.

Il 12 settembre 2016 Papa Benedetto XVI, uno dei più grandi teologi cattolici viventi, teneva una “Lectio Magistralis” presso l’Università tedesca di Ratisbona, sui rapporti con l’Islam. Alcuni punti del suo intervento generarono malintesi e fraintendimenti nel mondo musulmano ed i rapporti fra le istituzioni di ambo le parti si raffreddarono. Di questa situazione approfittarono gruppi contrari alle aperture fra le due fedi ed estremisti di matrice islamica uccisero barbaramente in Somalia, a Mogadiscio, la suora cattolica italiana Leonella Sgorbati, come ritorsione al discorso del Papa.

Di concerto la diplomazia vaticana era già all’opera per controbattere le pesanti accuse rivolte al Pontefice. Quel grande “Uomo di pace” del Principe Ghazi Bin Muhammad Bin Talal, zio dell’attuale Re di Giordania, funse da ‘pompiere’ riunendo presso il Reale Istituto al-Bait per il Pensiero Islamico di Amman, patrocinato da Re Abdullah II, un gruppo di 38 Saggi di diversi Paesi musulmani, allo scopo di ristabilire buone relazioni col Vaticano, e per prendere le dovute distanze dal delitto di suor Sgorbati, da parte di fanatici. Invece di inviare una lettera di risentimento al Pontefice o di fargli pesare ancora di più la ritorsione dell’uccisione della suora, i 38 firmatari si dissociarono da coloro che perpetrarono il grave fatto di sangue, offrendo il loro supporto morale ed il loro appoggio a riprendere il dialogo. La lettera, di cui conservo copia, è un vero capolavoro non solo di “diplomazia religiosa” ma di avvicinamento nella carità e di proposta di fratellanza. Quanti detrattori del dialogo la conoscono?

Fra i firmatari della Lettera figuravano personalità eminenti di tutte le correnti dell’Islam, compreso il leader sciita iracheno Ayyatolla Al-Sistani, che rese visita per ben due volte al Nunzio Apostolico a Bagdad, monsignor Thomas Hlim Sbib, per esprimere la sua amicizia e la sua stima al Pontefice.
Il 13 ottobre 2007, in occasione del primo anniversario dell’invio della Lettera dei 38 Saggi al Papa Benedetto XVI, e della festività musulmana dell’Eid al-Fitr che celebra la fine del Ramadan, un gruppo di ben 138 eminenti personalità di 43 Paesi del mondo musulmano si riunì di nuovo ad Amman per redigere una nuova Lettera, questa volta indirizzata ai Capi di tutte le confessioni della Cristianità.

Leggi tutto il testo dell’articolo a firma Alfredo su La Libertà del 12 giugno

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