Pellegrini con Maria ad Argegna e Fivizzano

Nel mese di maggio per il nostro gruppo di Terza Età dell’Azione Cattolica ci sono stati due momenti particolarmente significativi. Il primo è stato l’incontro di venerdì 3 maggio che si è tenuto a Pieve Rossa guidato da don Pierluigi Ghirelli, dove c’è stata una buona partecipazione in un’atmosfera amichevole e familiare.
Il secondo il giorno 16 maggio 2019, parentesi atmosferica di sereno in una settimana piovosa; il gruppo degli adulti Terza Età di Azione Cattolica è partito per il pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora della Guardia di Argegna (LU) e soprattutto per la visita a Fivizzano (MS) alla Basilica dei Santi Jacopo e Antonio in cui si venera la Madonna di Reggio, cioè la nostra Madonna della Ghiara.

La riflessione propostaci nel momento delle lodi da monsignor Gianfranco Gazzotti riprende la celebrazione del 12 maggio in Ghiara a ricordo dei 400 anni dalla traslazione dell’immagine miracolosa della Madonna nel tempio a lei dedicato ed eretto, dicono le cronache, in 20 anni. In questa occasione è stato proclamato un Giubileo speciale fino all’8 dicembre con possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria alle note condizioni e sostando davanti all’immagine della Madonna. Ricordando quella festa monsignore sollecita a vivere intensamente questo periodo di grazia non come semplice devozione ma in una autentica conversione meditando sull’umiltà di Maria che ci invita a riconciliarci con Dio.

Una strada tortuosa fra un cielo terso e azzurro e una splendida vegetazione ci porta al Santuario di Nostra Signora della Guardia di Argegna su un colle con le Alpi Apuane davanti e alle spalle l’Appennino Tosco-Emiliano spruzzato di neve.
Durante la celebrazione eucaristica monsignor Gazzotti ci ricorda a larghi tratti l’atmosfera dei festeggiamenti del 12 maggio e soprattutto l’omelia del cardinale Parolin che leggendo il quadro della Beata Vergine della Ghiara ha dimostrato in poche pennellate di aver colto il valore profondo del rapporto Madre e Figlio raffigurato nell’immagine miracolosa.
Sono stati sottolineati i tre elementi che hanno colpito il cardinale:
– “Maria che, al centro della scena, guarda e rimanda a Gesù che l’ascolta”;
-“l’allineamento degli sguardi e delle mani di Maria e Gesù che sembrano slanciarsi l’uno verso l’altra e viceversa, il che testimonia di un rapporto pieno, dolce e affettuoso”; -“lo sfondo austero e spoglio in cui è simboleggiata sia la grotta di Betlemme che il Santo Sepolcro”. “Maria è maestra nei momenti di difficoltà, è Mater Dolorosa”.

Leggi tutto l’articolo a cura dell’équipe Terza Età Azione Cattolica su La Libertà del 29 maggio

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