Il gruppo Samuel si presenta

Continua il viaggio della nostra inviata Fabiana Guerra in alcune realtà di spiritualità presenti in diocesi. Dopo i servizi sul nostro Seminario (per la giornata diocesana di gennaio), su “Nuovi Orizzonti” e sulla preghiera di Taizé a Scandiano, questa settimana è la volta del gruppo vocazionale “Samuel”.

A volte lo si sente dire o lo si legge: “Faccio parte dei Samuel!”. Chi sono? Un gruppo di ragazzi e ragazze delle scuole superiori a cui il Servizio Diocesano Vocazioni propone un cammino di riflessione e di confronto che intende accompagnare ciascuno verso una sempre più profonda conoscenza di sé e dello sguardo di Colui che, con affetto e trepidazione, li chiama a seguirLo.
“Carissimi giovani – scrive il Papa – avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena”.

In effetti entrando in Seminario, dove i ragazzi sono riuniti per il loro incontro quindicinale, si respira vita: risate, un pizzico d’irrequietezza tipica dell’età, una vena di serietà non “seriosa”, che si intravede e che sarà confermata, come si capirà, dalle loro semplici risposte alle mie altrettanto semplici domande. Dopo il pranzo insieme, si passa al momento dedicato alla preghiera, con l’invocazione allo Spirito Santo e la lettura di un passo del Vangelo, per poi proseguire con una breve riflessione di don Luigi Orlandini sulla gioia sprigionata dalla Pasqua e una suddivisione in piccoli gruppi in cui si sarebbe vissuto uno spazio di condivisione. In questo clima posso rivolgere una breve “intervista” ai ragazzi: chiedere i nomi, le parrocchie da cui provengono, perché e come sono arrivati a frequentare il gruppo Samuel, che ricaduta ha questo cammino nelle loro comunità, come hanno vissuto la settimana comunitaria appena terminata… Raccontano loro, spontaneamente.

Davide è di Rivalta, mi dice subito di esser maggiorenne, a differenza degli altri Samuel che sono quasi tutti minorenni, e con decisione sottolinea di partecipare al gruppo da cinque anni, di aver già fatto ben quattro settimane comunitarie, che ritiene esser state utilissime per creare un bel clima di famiglia e di aiuto reciproco all’interno del gruppo. Aggiunge che è arrivato ai Samuel grazie al fratello che già ne faceva parte e di aver poi anch’egli invitato altri perché rimasto colpito dalla sincerità dei rapporti, dall’interesse reciproco che li caratterizza, dall’apertura e dall’accoglienza dei don (fino all’anno scorso il responsabile era don Matteo Bondavalli) e degli educatori. Prima di concludere punta l’attenzione sugli argomenti che si affrontano e dice d’esser affascinato dalla loro concretezza.

Leggi tutto l’articolo di Fabiana Guerra su La Libertà dell’1 maggio

 

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