2265 fiori per la tovaglia dell’altare di Papa Francesco

Domenica 28 aprile nella chiesta di San Pietro di Reggio Emilia in Via Emilia San Pietro è stata presentata  una tovaglia realizzata da una allieva della Scuola di Reggio Ricama, che è stata donata a Papa Francesco per  l’Altare della Cappella di “Casa S. Marta” in Vaticano.

La tovaglia è stata confezionata in base alle misure della mensa  di Santa Marta dove quotidianamente il Papa celebra l’Eucarestia. Per la sua fattura è stato utilizzato un candido lino di produzione italiana. Il tessuto è impreziosito da 2265 fiori  ricamati a punto vapore, inseriti in un reticolato di sfilature a punto rammendo.

Il manufatto è un dono filiale a Papa Francesco, al quale la tovaglia sarà offerta nelle prossime settimane.

 

APPROFONDIMENTI SUI TEMI  DEI FIORI E DELL’ALTARE

La bellezza della natura è apprezzatissima nella Sacra Scrittura.

Particolarmente nel Cantico dei Cantici i fiori sono celebrati per i loro colori e il loro profumo.

La fioritura primaverile diviene prova che l’inverno è cessato e che è prossimo il tempo in cui gli uomini potranno nutrirsi dei nuovi frutti della terra.

Gli scrittori ecclesiastici, commentando il testo sacro, creeranno immediati parallelismi tra Cristo e i fiori: soprattutto Gesù è riconosciuto come il germoglio della radice del Re Davide.

Significativo che la sua stessa resurrezione avvenga in un giardino.

La stessa Chiesa è celebrata come un mistico giardino, il nuovo Eden, in cui Dio torna a dialogare con l’umanità.

Questo spiega le ragioni per le quali, tra i motivi figurativi scelti per “iconografare” i tessuti liturgici, compaiono frequentemente elementi tratti dal mondo naturale, allusivi alla persona di Cristo.

Piante ed animali, infatti, sono interpretati dalla Letteratura Cristiana come “figure” simboliche di Gesù.

L’altare cristiano è, di prassi, coperto da una tovaglia a evidenziare:

la valenza  conviviale della mensa eucaristica;

il rispetto dovuto al Corpo e Sangue di Cristo;

la dimensione festiva del banchetto liturgico.

Tale uso, certamente antichissimo, è testimoniato dalle fonti scritte almeno dal IV secolo.

Nel 324, Papa Silvestro censura l’uso di tessuti che non siano candido lino, mentre per i paramenti sacerdotali  sarà di norma usata la seta.

Gli antichi manufatti pervenutaci attestano, conseguentemente, l’utilizzo di lini preziosi, operati a telaio o ricamati, nella confezione del tovagliato liturgico.

Molteplici i termini utilizzati nel tempo per indicare le tovaglie: linteamina altaris, velum, pannus altaris, mantile, sub-stratorium, mappa, palla, mensale, tunica altaris, tobalea.

Le rubriche medievali, riecheggiate anche da S. Carlo Borromeo, disponevano che ogni altare avesse tre tovaglie sovrapposte, di diversa dimensione e qualità.

Il Codice di Diritto Canonico attualmente in vigore ne prescrive almeno una (can. 932).

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