Beni culturali a sostegno dell’economia locale e nazionale

Il patrimonio culturale come sviluppo economico delle comunità al centro del convegno che si è tenuto oggi all’Aula Magna di UniMoRe

Il ruolo dei beni culturali nello sviluppo economico della società contemporanea è il tema al centro del convegno, organizzato dal Distretto Rotary 2072, in collaborazione con UniMoRe e con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia, che si è svolto presso l’Aula Magna “Pietro Manodori” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

L’iniziativa ha evidenziato, attraverso le esperienze di alcuni protagonisti nel settore della cultura nazionale e internazionale, come la valorizzazione dei beni culturali, di cui il nostro Paese è particolarmente ricco, possa rappresentare valida leva e strumento di sviluppo per alimentare e sostenere l’economia locale e nazionale.

La sequenza degli interventi tecnici è stata aperta Mauro Felicori, commissario straordinario della Fondazione Ravello nonché direttore del Progetto AGO a Modena, che ha raccontato la sua esperienza gestionale della Reggia di Caserta passata, in poco più di più di tre anni, da 430mila a oltre 900mila visitatori. “I musei che registrano le migliori performance sono quelli gestiti da fondazioni, perché godono di maggiore autonomia economica e gestionale – ha spiegato Felicori – occorre quindi cambiare il sistema di gestione del patrimonio culturale italiano, di cui l’Italia possiede una parte considerevole a livello mondiale, affinché possa essere strumento per la creazione di ricchezza e motore di sviluppo nel nostro paese, al pari delle migliori imprese”. 

L’architetto Guido Canali ha quindi illustrato la propria esperienza creativa di inserimento del verde all’interno delle fabbriche, pratica iniziata già alla fine del Settecento negli insediamenti produttivi del nord Europa. “Le fabbriche verdi interpretano i luoghi in cui sono realizzate – ha sottolineato Canali mentre mostrava le diverse progettazioni realizzate – e raccolgono l’apprezzamento collettivo dei lavoratori che vivono in un ambiente di lavoro più sano e accogliente”.

Infine Massimo Cirulli, della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, ha spiegato le scelte della sua collezione che raccoglie opere di arte moderna italiana del Ventesimo secolo: “Negli anni Novanta ho cominciato ad acquistare con la finalità di costruire un grande progetto di narrazione del made in Italy: dai manifesti pubblicitari alle fotografie, dalle opere d’arte alle sculture, circa 200mila opere, – ha spiegato Cirulli – con l’obiettivo di valorizzazione l’arte e la cultura visiva italiana del Ventesimo secolo, dalla nascita della modernità fino agli anni Settanta del boom economico”.

Il convegno si era aperto con i saluti del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia nonché governatore del Distretto Rotary 2072 per l’anno 2019-2020 Angelo Oreste Andrisano, del governatore per l’anno 2020-2021 Adriano Maestri, del governatore per l’anno 2021-2022 Stefano Spagna Musso e del presidente del Rotary Club Reggio Emilia Lorenzo Ferretti Garsi.

Il governatore del Distretto Rotary 2072 Paolo Bolzani ha aperto i lavori insieme alla vice presidente della Regione Emilia Romagna Elisabetta Gualmini, a cui è seguito l’intervento del presidente della Commissione Cultura e Promozione del Patrimonio artistico del Distretto Rotary 2072 Adriano Tumiatti.

I saluti dei presidenti del Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde Norberto Negri, del Rotary Club di Reggio Emilia Val di Secchia Alberto Cadoppi, e del governatore del Distretto Rotary 2072 Paolo Bolzani hanno concluso i lavori della giornata.

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