Teologia tra Islam e Cristianesimo: il DIGIUNO nel mese di Ramadan

Dopo i primi tre pilastri dell’Islam – la Professione di fede (Shahada), la Preghiera (Salat), l’Elemosina (Zakat), il quarto in ordine di importanza è il Digiuno (Sawm o Siyam), che si effettua nel mese sacro di Ramadan, il nono del calendario islamico, quello in cui il Profeta Muhammad avrebbe iniziato a ricevere le rivelazioni da Allah, per mezzo dell’Arcangelo Gabriele.
Nella Sura 2 La Al-Baqara (La giovenca) ai versetti 183-185 istituisce l’obbligo del Sawm, Ramadan, reso operativo nel 624, secondo anno dell’Egira del calendario islamico. “O voi che credete! V’è prescritto il digiuno, come fu prescritto a coloro che credevano prima di voi, nella speranza che voi possiate divenire timorosi di Allah”.
Sura 2-versetto 183. La notte del destino, Laylat Al-Qadr, è considerata la notte più sacra dell’anno, definita dal Corano “migliore di mille mesi”, in cui il Profeta ricevette la prima rivelazione del libro sacro musulmano.

Il Profeta adottò il digiuno ebraico del Kippur, sostituendolo con quello musulmano di un mese lunare. La pratica del digiuno degli ebrei e dei cristiani era nota al Profeta, come disciplina ascetica. Il mese di Ramadan non cade sempre nello stesso mese del calendario islamico, perciò man mano retrocede, fino a celebrarsi in una stagione diversa. Molti teologi musulmani analizzarono il significato spirituale del digiuno, Questo dovrebbe insegnare l’autodisciplina, la pazienza, l’appartenenza ad una comunità di credenti, l’amore ad Allah, considerando le privazioni dei poveri.

Il termine arabo “Sawm” significa astensione, da cibo, bevande ed atti sessuali, fumare, profumarsi, fare azioni violente durante l’intero mese, dall’alba al tramonto. è consentito di uccidere solo per legittima difesa. Questa pratica porterebbe al credente benefici di carattere fisico, sociale e spirituale, favorendo l’ascesi e l’autodisciplina. Durante il sacro mese di Ramadan vengono intensificate la preghiera, le letture religiose, le opere di bene, di devozione, compreso un raccomandato ritiro spirituale negli ultimi dieci giorni del mese. Un altro precetto (il Rawih) è di radunarsi ogni notte del mese in moschea per la lettura di 1 trentesimo del Corano, in modo che durante il mese il testo sacro venga letto interamente. Viene raccomandata all’alba una frugale colazione (Suhur), prima di astenersi da qualsiasi cibo durante l’intera giornata.

Leggi tutto l’articolo di Alfredo su La Libertà del 10 aprile

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