Fare memoria per il bene di tutti

Da un po’ di tempo sento il bisogno di richiamare alla memoria il cammino dei cattolici della mia generazione. Con commozione e gratitudine verso i tanti maestri, i tanti amici, la presenza e lo slancio delle nostre organizzazioni nella vita reale.
Sono cresciuto così: un percorso guidato e un amore alla nostra Chiesa, segno della presenza di Cristo fra noi. E uso così una parola oggi squalificata: nostalgia.
Non come perdita di qualcosa che non c’è più o magari non c’è mai stata. Non come sconfitta di un cambiamento che non vogliamo accettare.
Nostalgia come recupero della pienezza del tempo, dove il presente non è tutto, ma l’indispensabile raccordo tra il passato (la memoria da coltivare) e il futuro (lo slancio verso il bene).

Si chiama memoria e cioè l’emozionante ricordo di ciò che abbiamo vissuto imparando!
Pier Paolo Pasolini ha provato a metterci in allerta rispetto ai rischi della modernità, di un mondo tramontato troppo velocemente anche per effetto di una tecnologia che non fa sconti alle lancette dell’orologio.
Penso che oggi sia molto più arduo mostrare la “pretesa” cristiana se non è accompagnata dalla forza della testimonianza: non qualcosa di intimistico però, ma come atteggiamento fondamentale del cristiano che sa comunicare le ragioni della Fede nell’ambito pubblico.
Ad esempio attraverso la testimonianza della bellezza della vita famigliare, dimostrando così di avere qualcosa di decisivo da dire a proposito delle unioni civili e del cosiddetto “matrimonio omosessuale”.

Leggi tutto l’articolo di Maurizio Rizzolo su La Libertà del 3 aprile

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