Testimoni di pace nel segno di Dossetti

Premiati monsignor Luigi Bettazzi, Pietro Bartolo, studenti e associazioni

Per una mattina le speranze dei giovani hanno incontrato le speranze dei più anziani. Lunedì 25 marzo, nella Sala del Tricolore di Reggio Emilia, alla cerimonia di consegna della tredicesima edizione del premio per la pace “Giuseppe Dossetti” gli aneliti di pace espressi negli elaborati degli studenti di alcune scuole della città si sono intrecciati con la testimonianza e le azioni di speranza promosse dal sessantatreenne medico di Lampedusa Pietro Bartolo e dal novantaseienne monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e già presidente e motore di Pax Christi. Nella stessa occasione sono poi state premiate alcune associazioni che operano per la pace, tra cui il coordinamento diocesano “Granello di Senapa” e alcuni giovani di Azione Cattolica.

I saluti istituzionali
La mattinata è stata aperta dal saluto del sindaco Luca Vecchi, il quale ha auspicato che la città di Reggio Emilia possa rimanere se stessa e continuare ad aprirsi ai più deboli. Nell’anno in cui il premio Dossetti aveva per tema “Restiamo umani”, è stato il sindaco di Cavriago a proporre una breve sintesi delle tredici edizioni trascorse: “con questa iniziativa ci proponiamo di dare visibilità a chi si impegna per la pace” nel ricordo di Dossetti, ha detto Paolo Burani. “Abbiamo ricevuto oltre 500 progetti dalle scuole e decine di segnalazioni di persone meritevoli. Quando siamo partiti, in pochi scommettevano su questa iniziativa. Ora, anche se si fa ancora fatica a parlare di pace, le persone e le scuole che abbiamo coinvolto sono per noi una fonte di speranza”, ha detto.

Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia, ha ricordato il valore di don Giuseppe Dossetti mentre Ottavia Soncini, vicepresidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna si è rivolta ai giovani: “Ragazzi, contrastate chi tende ad emarginare chi è diverso”.
La presidenza della giuria del premio è stata affidata all’onorevole Pierluigi Castagnetti: “La pace è il nome di Dio – ha detto – e la politica ha il compito di costruirla”. Della giuria del premio fanno parte anche il sindaco di Cavriago Paolo Burani, Chiara Piacentini del Gabinetto del sindaco di Reggio Emilia, Clementina Santi per la Regione Emilia Romagna e Riccardo Faietti per la Fondazione “Pietro Manodori”.

Giovani di pace
Clementina Santi ha avuto il compito di presentare i contributi pervenuti dalle scuole: 30 quelli giunti quest’anno fra saggi, articoli di giornale e testi poetici. Il primo premio è stato assegnato a Valentina Piro della classe 5a N del liceo Aldo Moro di Reggio Emilia. In “Cara Italia” Valentina ha composto due lettere immaginarie (lette in Sala da Chiara Piacentini) idealmente scritte da una giovane donna arrivata in Italia su un barcone. Nella prima lettera, datata gennaio 2019, la giovane immaginaria ricorda le violenze subite in Nordafrica e scrive “Cara Italia, questa potrebbe essere la mia ultima lettera. Come oscilla la salvezza…”. La seconda missiva è datata 8 gennaio 2029: “Cara Italia, sei una terra difficile…”. Irregolare, si legge nel testo proposto da Valentina, vuol dire non essere abbastanza fortunata. “Con la scusa della sicurezza erigete muri; Italia resta umana”.

Continua a leggere il testo integrale dell’articolo di Emanuele Borghi su La Libertà del 3 aprile

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