Cavalieri del Graal e compagni dei santi

Dal vescovo Massimo 160 ragazzi per la «promessa»

Colpo d’occhio rimarchevole: l’aula magna del Seminario reggiano riempita da 160 ragazzini dalla prima alla terza media. Sono i “cavalieri del Graal”, un’esperienza nata dal carisma educativo di don Giussani, in seno a Comunione e Liberazione, su impulso del compianto don Giorgio Pontiggia. È la mattina di domenica 24 marzo e gli ospiti provengono da Lugo, Imola e Bologna per vivere insieme la “promessa”, il momento più importante del loro cammino annuale.
Gli adolescenti sistemano i loro gagliardetti e si siedono con libretto e taccuino per gli appunti a portata di mano. (clicca qui per tutte le foto)

Li accompagna don Santo Merlini, sacerdote della Fraternità San Carlo. A riceverli ci sono monsignor Massimo Camisasca e il suo segretario don Umberto Tagliaferri.
“Per me don Massimo è padre”, dice sinteticamente don Santo. Di origini siculo-toscane, don Merlini è stato ordinato presbitero nel 2003 e oggi, oltre ad essere responsabile dei “cavalieri” di Bologna (a Reggio è venuto con i suoi ragazzi, una settantina in totale, gemellati con gli altri due gruppi), è cappellano dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi nei reparti di pediatria e ginecologia e insegna part time Religione nelle scuole. Tra l’altro, racconta, ha scoperto il movimento di CL e la Fraternità San Carlo attraverso il suo professore di religione, quel don Antonio Maffucci che oggi anima spiritualmente il Santuario del Beato Rolando Rivi a San Valentino. Dopo la maturità classica, don Santo è entrato in seminario nel 1996.
L’esperienza dei cavalieri del Graal, spiega, è diffusa in tutto il mondo, e in Italia in modo speciale. Molto semplice, come filosofia: si vuol far capire ai ragazzo che la vita è bella e che con Gesù, che li ama, lo è ancora di più. In questo spirito il gruppo medie vive il ritrovo settimanale della domenica pomeriggio, il gioco insieme e altri segni, che vanno dalla partecipazione alla Colletta Alimentare alla Via Crucis in Quaresima alle vacanze estive in località di montagna. Nel cammino un posto particolare è occupato dai santi, uomini e donne che aderendo a Cristo – il Graal è un’analogia della Fraternità – hanno realizzato in toto la propria esistenza. È per questo che ad ogni cavaliere si chiede di scegliere un santo protettore, che possa diventare per lui o per lei un modello di vita e un sostegno quotidiano.

La “promessa” è un’azione altamente significativa: “Chiediamo a Gesù di essere fedeli in tre modi: la fedeltà ai gesti della compagnia, la recita della preghiera del cavaliere e la condivisione dei bisogni dei nostri compagni per essere testimoni nel mondo”, racconta don Merlini.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 3 aprile

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