Marzo, tempo di pulizia e di rinnovamento

“I prossimi due giorni sarebbe bene che i bambini andassero a giocare dai vicini di casa”, disse la nonna durante la cena, quando tutta la famiglia era riunita intorno alla tavola. Era la fine di marzo e l’indomani si sarebbe fatto il bucato con la cenere e come sempre, in quella particolare circostanza , per due giorni c’era il problema di tenere i bambini lontano dalle tinozze e dai mastelli pieni di acqua bollente. Alla fine di tutte le operazioni la grande biancheria di casa diventava candida e con quel caratteristico profumo di pulito dato dalla cenere; era come rigenerata. Con le caratteristiche giornate ventose di marzo era facile asciugarla, ma si approfittava di quelle giornate anche per arieggiare gli ambienti che erano rimasti chiusi fin dall’autunno: il granaio, il solaio, la cantina ed anche la stalla, che per mesi era rimasta come sigillata per conservare il caldo così gradito nelle lunghe veglie invernali.

La cucina invece, dopo i lunghi mesi freddi durante i quali la stufa ed il camino avevano funzionato a pieno regime con relativi sbuffi di fumo, doveva essere tinteggiata di nuovo, avendo cura di scegliere una giornata di pieno sole, per facilitare una rapida essicazione del colore.
Dopo il lungo periodo di intemperie si mettevano a nuovo anche i recinti esterni, quello dell’orto innanzi tutto, semi abbattuto dalle abbondanti nevicate, ed anche quelli più massicci dei vitelli e dei suini appoggiati al retro della stalla.

Leggi tutto l’articolo di Guliano Lusetti su La Libertà del 27 marzo

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