Ha il diabete, niente asilo statale

Il caso in Appennino: il piccolo accolto dalla scuola parrocchiale

Ha il diabete. La scuola pubblica non lo accetta. è l’incredibile vicenda accaduta nell’Appennino reggiano dove ai genitori di un bambino di due anni e mezzo è stata comunicata la non disponibilità di frequentare la “sua” scuola (pubblica) dell’infanzia.
“Un fatto discriminatorio gravissimo e inaccettabile che avviene nella provincia degli asili più belli del mondo, di Reggio Children, del Reggio approach: in questo caso la scuola dell’infanzia pubblica è incapace di farsi carico della sua situazione di diabetico. Cosa che, invece, sta ora facendo benissimo la scuola parrocchiale cui i genitori ora si sono rivolti”: sono le parole di Rita Lidia Stara, presidente della Federazione emiliano-romagnola delle associazioni che si impegnano per le persone con diabete (Fe.D.ER), salita nelle settimane scorse nella montagna reggiana per cercare, d’intesa con pediatria di comunità, Comune coinvolto, dirigente scolastico, insegnanti e genitori una possibile soluzione.

“E’ la prima volta che osservo una simile chiusura nei confronti di un bambino. Ora questo caso dovrà servire ad ottenere una normativa nazionale a tutela di tutti i minori che hanno necessità di farmaci durante l’orario scolastico, ma anche della stessa scuola. Il caso di Francesco – nome di fantasia, ndr – non deve passare inosservato, ne abbiamo parlato anche in Regione Emilia Romagna e sarà portato all’attenzione del Comitato di Indirizzo per La Malattia Diabetica, ne sarà informato l’ufficio scolastico regionale, il garante per i diritti dell’infanzia e i ministeri competenti”.

I fatti
Francesco si ammala di diabete di tipo 1 esattamente un anno fa, il 20 febbraio 2018, e sarà insulino-dipendente per tutta la vita. I genitori, A.G.C., e A.L., si impegnano con la pediatria diabetologa di Reggio per dotare il piccolo dei più recenti ausili tecnologici per controllare adeguatamente questa malattia.
Un microinfusore per evitare le iniezioni di insuline con penne e un sensore per rilevare, anche in remoto tramite una app (dai luoghi di lavoro dei genitori, ad esempio), le glicemie in tempo reale.

Alla scuola dell’infanzia statale e vicino a casa, nonostante le rassicurazioni iniziali, scattano le difficoltà. Il personale della scuola svolge un primo corso sul diabete e sull’utilizzo del microinfusore, ma demanda comunque la decisione definitiva sull’inserimento di Francesco a un mese di “prova” nel quale un familiare avrebbe comunque dovuto essere sempre presente col piccolo all’asilo.
Cosa che avviene: infatti, un genitore, libero professionista, coadiuvato da un parente, ha accompagnato ogni mattina il suo piccino all’asilo.

Continua a leggere tutto l’articolo su La Libertà del 27 febbraio

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