«Il dono dei vincoli», per leggere Husserl

Il 26 gennaio scorso a Roma, in via dei Serpenti 100, poco lontano dal Quirinale e dal Colosseo, presso la sede del CIRF (Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche) si è tenuto un convivio filosofico tra molte personalità di spicco del panorama filosofico italiano e internazionale. Erano presenti, tra gli altri, Giulio D’Onofrio, professore di Filosofia Medievale presso l’Università degli studi di Salerno, e Mario De Caro, professore di Filosofia Morale presso l’Università Roma Tre, tutti intervenuti per la presentazione del libro “Il dono dei vincoli. Per leggere Husserl” di Roberta De Monticelli, docente di Filosofia della Persona all’Università San Raffaele di Milano. La De Monticelli è stata allieva di Michael Dummet, logico e filosofo del linguaggio, e ha insegnato Filosofia Moderna e Contemporanea all’Università di Ginevra sulla cattedra che fu di Jeanne Hersch.

Ha introdotto la riflessione sul testo e il conseguente dibattito la professoressa Angela Ales Bello, presidente e fondatrice del CIRF, della Società Internazionale di Fenomenologia della Religione, del Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche e del Centro Studi Edith Stein, nonché professore emerito di Filosofia Contemporanea alla Pontificia Università Lateranense. Ricordo che la filosofa Ales Bello è stata invitata, nel 2013, presso il nostri Studio Teologico Interdiocesano e Istituto Superiore di Scienze Religiose rispettivamente per la prolusione di inizio anno accademico (2013/2014) e per una conferenza divulgativa sulla mistica in Edith Stein.

Ho deciso di condividere gli interventi più significativi di questo dibattito perché ritengo possano risultare interessanti per il lettore del nostro settimanale diocesano, in quanto consentono di cogliere una questione molto importante e indissolubilmente intrecciata con il pensiero religioso e la visione del mondo fondata, per il cristiano, sull’incontro personale con Cristo Gesù. Il dialogo con il pensiero laico, a mio avviso, si può instaurare solo attraverso uno sguardo libero dai pregiudizi, come lo sguardo che Cristo ci comanda di avere verso tutto e tutti. Pertanto, dopo aver ascoltato le filosofe Angela Ales Bello e Roberta De Monticelli, ho deciso di riportare qui, in sintesi, i passaggi più incisivi dei rispettivi interventi.

La posizione teoretica di Angela Ales Bello vede nel libro della seconda pensatrice un testo “importante, perché rompe una solitudine e porta avanti il tentativo di liberare la fenomenologia di Husserl da molti equivoci e fraintendimenti. Nel testo si ritrovano le stesse idee e istanze di cui si parlava in un incontro a Parigi anni fa, quando la professoressa De Monticelli discuteva sul rapporto tra filologia e filosofia. In questo libro breve, ma intenso, c’è, appunto, un lavoro filologico molto grande e profondo. Si tratta, in primo luogo, di un testo dedicato agli studenti con tutti i problemi della fenomenologia ben condensati. In prima istanza vi è la scelta teoretica a favore della fenomenologia husserliana, perché sappiamo che ci sono molte prospettive che da questa si diramano”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Grazia Lanzara su La Libertà del 13 febbraio

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